Il fascino di Otranto, il punto più ad Est d’Italia – La Via Francigena destinazione Roma, la 3ª tappa dal Sud

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Il faro di Punta Palascia, il punto più ad Est d'Italia (foto flickr: Roberto Ferrari)

Il Salento, terra di mare, storia, arte. Una tappa ostica per chi percorre la via Francigena del Sud nei mesi estivi (qui tutte le tappe, ndr), camminando per ore sotto il suo sole cocente. Vietato però lasciarsi scoraggiare, specialmente se al termine del cammino da Tricase ci attende una perla come Otranto, piccola città dalla lunga storia e dall’incredibile fascino.

Il punto più orientale d’Italia

faro capo d'otranto
Il faro (Foto flickr: Luca)

Otranto è una cittadina di meno di 6000 abitanti, che domina la cristallina costa salentina. Il suo territorio si protende verso il mare fino a detenere il record di punto più a est d’Italia, nella località conosciuta come Capo d’Otranto o Punta Palascia – da pronunciare con l’accento sulla i – dalla quale si staglia un faro (foto in copertina e a lato). Nelle sue vicinanze è possibile fare il bagno in una piccola baia detta “di Orte“, il cui nome deriva proprio dalla voce latina che indica il sorgere del sole.

A separare Punta Palascia e l’Albania c’è il Canale d’Otranto, che interpone 71 km di mare, nel punto più stretto, tra la costa pugliese e i lidi albanesi. La vicinanza con la penisola balcanica ha avuto un ruolo fondamentale nella storia della città, a partire dalle influenze culturali, fino ad arrivare a pagine più tristi come le invasioni turche.

La Cattedrale di Otranto e la chiesa di San Pietro

L’episodio che più ha marcato la storia di Otranto è infatti il martirio, per mano degli Ottomani, di 800 uomini che rifiutarono di abiurare la fede cristiana. A loro è dedicata una cappella nell’imponente cattedrale della città, intitolata a Santa Maria Annunziata. La chiesa stessa subì ingenti danni causati dall’assedio e dalla breve dominazione turca, che portarono alla distruzione di alcune parti del suo interno e a alla ricostruzione della facciata.

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Facciata e interno della cattedrale. (foto: flickr – Edoardo Forneris/ flickr: Simon)

Nel luogo dove sorge ora la cattedrale, fondata originariamente nell’XI secolo, dovette trovarsi una chiesa paleocristiana, e prima ancora resti di insediamenti romani e preromani. Il pavimento a mosaico della chiesa, opera del monaco Pantaleone, si estende per tutta la superficie della navata centrale, dell’abside e del transetto, e racconta la storia del peccato dell’uomo e della continua lotta tra il bene e il male. Il tutto è raffigurato attraverso scene tratte prevalentemente dall’Antico Testamento, ma anche dalle leggende e dalla storia come Re Artù e Alessandro Magno; tutte le scene sono connesse attraverso i rami dell'”albero della vita” al centro della navata.

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Interno del castello di Otranto (fonte: Wikimedia Commons)

 

Il Castello di Otranto

Parte di una ben più estesa fortificazione che circonda il centro storico, il Castello di Otranto è il fortilizio che protegge la città da secoli. Ha cambiato più volte il suo aspetto, subendo riparazioni, ammodernamenti e potenziamenti, continuando a svolgere egregiamente il suo compito di vegliare sulla città. Attorno ad esso, nel corso degli anni, sono nate alcune leggende. Tra queste, la presenza di fantasmi, come quello senza testa del conte di Conversano Giulio Antonio Acquaviva, decapitato in una delle battaglie per la riconquista di Otranto degli anni 1480-81.

Il fascino misterioso del castello catturò anche lo scrittore inglese Horace Walpole, che ne trasse ispirazione per il suo Il Castello di Otranto, capostipite del genere romanzesco gotico.

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L’ex cava di bauxite e il laghetto (foto flickr: Irene Grossi)

L’ex cava di Bauxite

A poche centinaia di metri dall’acqua trasparente e le spiaggette rocciose della baia di Orte, un tocco di rosso acceso colora il paesaggio. Si tratta di una cava di bauxite – roccia di fondamentale importanza nella produzione dell’alluminio – in funzione fino alla fine degli anni ’70. La sua attività fu interrotta a causa della scoperta di una falda acquifera, che negli anni ha creato un vero e proprio lago nel solco lasciato dagli scavi e dalle estrazioni del minerale. Ad oggi è possibile visitarla tramite percorsi escursionistici, per godere del suo particolarissimo paesaggio.

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Scorcio di Otranto (foto flickr: Stijn Nieuwendijk)

Oltre a questi e ad altri luoghi di interesse, Otranto accoglie il visitatore, turista o pellegrino che sia, anche con la bellezza stessa del suo borgo e del suo mare. È ora però di riprendere il cammino verso Roma e, nel frattempo, di andare alla scoperta di altri incantevoli luoghi del Salento.