Zona rossa a Natale, ristoratori vicentini: “14 milioni persi”

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Ancora una volta sembra che saranno bar e ristoranti a subire le conseguenze più gravi, dal punto di vista lavorativo ed economico, dell’emergenza Covid. Dopo il lockdown da marzo a maggio, sono arrivate le chiusure alle 22 e poi alle 18. Ora il governo sta pensando a una nuova stretta dal 24 dicembre al 7 gennaio. “Le previsioni per la ristorazione sono gravissime, commenta in un comunicato il Presidente di Confesercenti del Veneto Centrale Flavio Convento. Non è più possibile lavorare in queste condizioni. Fino a ieri eravamo preoccupati e poco convinti dei provvedimenti previsti per le prossime festività”.

“Oggi, con l’alternarsi di minacce di nuovi provvedimenti restrittivi, siamo nella concreta impossibilità di gestire le nostre attività o meglio di fare qualsiasi previsione di come investire ed intervenire nelle nostre imprese nei prossimi giorni. Vediamo le ipotesi per la ristorazione a seconda dei provvedimenti: 1. Oggi se la situazione dovesse rimanere tale, pur in una situazione di assoluta difficoltà, prevista dalla limitazione degli spostamenti fuori dai comuni, si poteva ipotizzare una perdita attorno ai 2milioni. 2. L’ipotesi zona rossa con i ristoranti chiusi nei giorni festivi e prefestivi porterebbe praticamente ad azzerare il fatturato (-90% nei ristoranti) in quelle 7 giornate di chiusura totale.
Il danno si aggirerebbe in una perdita di di quasi 14 milioni. (6 milioni nelle sole ue giornate di Natale e Santo Stefano)”.

“Le consegne a domicilio e l’eventuale vendita per asporto non andrebbero a coprire se non per il 10% le vendite e le somministrazioni. 3. L’eventuale introduzione di una zona arancione fino alla Befana costerebbe agli esercenti un danno di chiusura per 15 giornate che non sarebbe inferiore ai 30 milioni. La situazione è gravissima – prsegue Convento -. La necessità è quella di introdurre strumenti di controllo e regole chiare ed obbligatorie nei comportamenti individuali. Procedere con interventi di limitazione – conclude – con chiusure delle attività e soprattutto con tanta incertezza su quello che potremmo fare da qui a Natale francamente è essenziale per tutte le piccole attività”.