
(Adnkronos) – SpaceX ha recentemente confermato un malfunzionamento critico a carico di una delle sue unità in orbita. Il satellite Starlink identificato con il numero 35956, lanciato lo scorso 23 novembre, ha registrato un'anomalia mentre viaggiava a un'altitudine di 418 chilometri, causando l'interruzione immediata delle comunicazioni con il centro di controllo a terra. Sebbene la dinamica esatta dell'incidente resti ancora da chiarire, l'azienda ha riferito che l'evento ha comportato lo sfiato del serbatoio di propulsione, suggerendo la possibilità di un'esplosione minore o di un impatto esterno. La depressurizzazione violenta ha provocato una rapida perdita di quota di circa quattro chilometri e il rilascio nello spazio di un numero limitato di frammenti tracciabili. L'unità non è più in grado di manovrare ed è entrata in una fase di rotazione incontrollata, destinata a un rientro distruttivo nell'atmosfera terrestre entro poche settimane. SpaceX ha tenuto a precisare che la traiettoria di decadimento passerà al di sotto dell'orbita della Stazione Spaziale Internazionale, escludendo rischi immediati per l'equipaggio del laboratorio orbitante. Per garantire la sicurezza dello scenario spaziale, l'operatore sta coordinando le operazioni di monitoraggio dei detriti in stretta collaborazione con la NASA e la US Space Force. Non è la prima volta che la vasta costellazione, che conta ormai oltre 9.000 unità, deve gestire il ritiro anticipato dei propri mezzi per difetti tecnici o rischi potenziali, ma la comunicazione pubblica su questo specifico evento si è resa necessaria proprio a causa della generazione di detriti orbitali, un fattore di rischio che l'azienda si impegna a mitigare in quanto maggiore operatore satellitare al mondo.
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