2 giugno, Giacomo ama Vicenza. Sindaco Possamai: “Onorato di andare a Roma ma mio primo 2 giugno lo passo con la città”

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Il 2 giugno scelgo Vicenza e non Roma”. Questo l’annuncio del sindaco Giacomo Possamai che in occasione del 77° anniversario della Festa della Repubblica resterà in città prendendo parte alla sfilata che andrà da piazza Castello a piazza Matteotti per terminare al Teatro Olimpico.

Il 31 maggio avevamo titolato l’ultima conferenza stampa di Giacomo Possamai, eletto sindaco la sera prima, nella sua sede elettorale prima della proclamazione ufficiale a palazzo Trissino «Analisi di Possamai: tra risposte a ViPiu e colleghi “emoziona” dubbio se andare a Roma o rimanere a Vicenza per suo primo 2 giugno».

«Dal primo momento in cui ho preso coscienza di questo grande impegno, che è anche un grande onore – aveva detto Possamai –, ci sto pensando perché non sono ancora convinto di voler celebrare il mio primo 2 giugno da sindaco lontano dalla città, dai sindaci del territorio, dalle autorità locali e dai miei concittadini…».

In questa frase, avevamo commentato, «non c’è calcolo ma si può solo percepire la motivazione affettiva del sindaco verso la città che ha sognato di poter governare, che ora gli ha dato questa possibilità e a cui fa fatica ad anteporre altro, anche simboli ammiccanti del potere e della visibilità pubblica, come il 2 giugno a Roma in testa ai gonfaloni repubblicani. In pochi metterebbero in dubbio la scelta di sfilare ai Fori Imperiali, come fa ora Giacomo Possamai, ma la sua risposta «non ne sono ancora convinto» ci fa pensare che andrà solo se dovesse capire che Vicenza ne avrebbe un qualche vantaggio».

Dopo che il neo sindaco Giacomo Possamai ha sciolto il dubbio e ha deciso di celebrare il suo primo 2 giugno con i vicentini, cosa aggiungere oggi alla emozione provata ieri e che nei continui incontri avuti con lui avranno spesso provato anche gli elettori vicentini tanto da sceglierlo contro ogni pronostico per governare Vicenza in uno dei periodi che si annunciano tra i più difficili della sua storia?

L’incombenza dei cantieri decennali per la costruzione della linea Tav/Tac e tanti altri problemi verranno portati alla sua attenzione da tutti i vicentini, non solo da quelli che lo hanno votato, ma anche da quelli che avevano scelto Rucco e, ancora di più, da chi non ha votato, la maggioranza; da ri-coinvolgere nella vita cittadina per non avere corpi estranei alle scelte che potranno rilanciare Vicenza, ma solo se saranno elaborate, metabolizzate e attuate dal maggior numero possibile degli abitanti di Vicenza, stranieri inclusi.

A febbraio, al rientro in città dopo circa due anni e dopo averne vissuto da lontano le dinamiche, perdendone in parte l’essenza, abbiamo voluto incontrare subito e a quattr’occhi i due candidati di allora, di fatto poi confermatisi i maggiori.

Dopo aver chiesto al sindaco uscente Rucco risposte su alcuni dubbi che ci attanagliavano sulla sua candidatura dopo 5 anni in cui la sua giunta non aveva brillato per trasparenza e autonomia rispetto a volontà esterne alla città, dubbi che, durante la campagna elettorale, anche per come l’ha gestita, si sono tramutati nella convinzione che Vicenza non avesse bisogno di lui per ripartire realmente, avevamo, comunque, chiesto a Possamai «ma chi te lo fa fare a candidarti?».

Era una sorta di invito a non farlo visto che lui, un giovane appassionato di politica conosciuto fin da quando era a capo degli studenti di area democratica, sembrava avere poche carte in tasca contro i poteri dominanti a Vicenza se non una buona esperienza maturata, oltre che in ruoli nazionali, anche in consiglio comunale a Vicenza e in Regione.

Giacomo Possamai, per la verità, aveva, come da sempre ha, anche l’entusiasmo giovanile, che, però, aveva scontato già 5 anni prima perdendo per 38 voti la primarie con Dalla Rosa, che poi, complici le solite divisioni del centrosinistra aveva perso consegnando la vittoria a Rucco, che, ancora nella campagna elettorale appena conclusa, non ha capito, il più grande errore suo e della sua coalizione, di non aver vinto lui nel 2018, ma che aveva perso il centrosinistra diviso.

Possamai, di sicuro maturato nei 5 anni a Venezia, non ha ascoltato il nostro consiglio, ha continuato a lavorare per unire il centrosinistra e altre forze che potevano dialogare per un progetto comune di rinascita della città e, durante la campagna elettorale, non ha chiamato gli dei dell’Olimpo a proteggerlo ma ha fatto vedere ai cittadini, con cui giorno dopo giorno si è confrontato, che sull’Olimpo si può arrivare tutti, se insieme.

Avevamo sbagliato, delusi da tante sopraffazioni subite dai poteri locali, a sconsigliarlo, ma lui ha tirato dritto per la sua strada che, durante la campagna elettorale, abbiamo provato a far conoscere ai nostri elettori, mai censurando le informazioni dei suoi avversari ma evidenziandone, da loro facilitati, le palesi incongruenze.

Quella strada, da direttore di una testata indipendente, che non è asettica ma da indipendente esprime le proprie opinioni, l’ho apprezzata anche io, pur continuando ad evidenziare a Rucco i suoi errori, magari perché se ne ravvedesse per il bene di Vicenza, e pungolando più volte, a torto o a ragione, Possamai, che si apriva alle critiche costruttive a differenza di Rucco, chiuso nel fortino suo e dei suoi “fornitori” di pensieri.

Ebbene ora l’emozione provata il 31 maggio, quando Possamai aveva espresso il dubbio se andare a Roma per il 2 giugno, con la bandiera cittadina ad aprire il corteo per la prima volta nella storia repubblicana, o se delegare ad altri l’onore indubbio dell’evento per vivere a Vicenza e con i vicentini il suo primo 2 giugno da sindaco, ebbene quell’emozione, al dubbio trasformato in certezza di stare nella sua amata Vicenza, ci ha dato una certezza, che vale più di ogni emozione.

Il “ragazzo”, ora sindaco, sa pensare ed amare allo stesso momento, sa riflettere prima di decidere (lo stiamo annusando anche per altre importanti questioni) e, soprattutto, ha una grande voglia di decidere “per Vicenza”.

Merita aiuto da parte dei vicentini, Giacomo Possamai, lungo la strada irta di difficoltà che attende lui e la sua Amministrazione almeno per il prossimo quinquennio ma l’aiuto, di questo ne sono convinto, è anche quello di dirgli le cose che potrebbero non fargli piacere o non condividere.

E allora, come lo sconsigliammo nel candidarsi, dandogli una possibilità in più per prendere con meditazione la sua decisione, di cui ha, poi, convinto anche chi vi scrive, in futuro ViPiu.it seguirà e commenterà quello che il sindaco penserà di fare o farà e magari gli suggerirà qualcosa ma, come è compito della stampa indipendente, la nostra testata farà il cane da guardia del potere, anche del suo.

Per ora, “per ora” lo scriviamo per prudenza, con un vantaggio: Giacomo Possamai appare ben disposto ad accettare il confronto e il “ringhio” non per convenienza o blandizia verso gli interlocutori ma per poter riflettere ancora di più per il bene di Vicenza.

Dove rimarrà domani 2 giugno.