25 aprile, Donazzan può scrivere le nefandezze che vuole contro l’ANPI perché i partigiani hanno sconfitto il nazifascismo

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25 aprile: Elena Donazzan a una commemorazione della R.S.I. (Repubblica Sociale Italiana)
Elena Donazzan a una commemorazione della R.S.I. (Repubblica Sociale Italiana)

Sul profilo FB della “signora” Elena Donazzan è uscito un post sul 25 aprile che, dopo una sua breve introduzione, riporta il link a un articolo pubblicato sul sito de “Il primato nazionale”.

Ero dubbioso se valesse la pena commentare il post della “signora” Donazzan in quanto esiste il pericolo di farle pubblicità. Comunque su questo mezzo non si fanno calcoli e corriamo il rischio di fare il suo gioco, il suo vero lavoro da decenni, per informare i lettori

Ora è difficile commentare senza lasciarsi andare a qualche volgarità (a lei consentita quando insulta un immigrato, ma punita con una condanna spropositata al direttore di Vicenzapiu.com quando si permette di farle da specchio anche se poi ad entrare nel novero dei condannati poi entra anche l’assessore, ndr). Forse sarebbe meglio non commentare anche non fare pubblicità a queste ignominie.
Ma una cosa ritengo giusto puntualizzare. Se la “signora” Donazzan può scrivere le nefandezze che vuole è perché i partigiani hanno sconfitto il nazifascismo. Lo hanno fatto con le armi anche se, evidentemente, finita la guerra non hanno fatto la Giustizia che era necessaria (vediamo in questi ultimi decenni il degrado democratico e la recrudescenza fascista non solo in Italia ma anche nel resto d’Europa).

Il fascismo non è un'opinione, è un crimine
Il fascismo non è un’opinione, è un crimine

Un’ultima considerazione su cosa hanno di speciale ANPI e Partigiani? La risposta è semplice. Sono immuni da quel virus che si chiama fascismo. Un virus che dovrebbe essere estirpato per la salute di tutti.

Infine, l’articolo de Il Primato Nazionale richiamato nel post della “signora” Donazzan finisce con queste parole “all’Anpi sarà consentito celebrare la loro giornata fondata su omicidi, stupri e odio“. Parole indegne e inquietanti che dimostrano il disprezzo che alcuni personaggi hanno verso la nostra Costituzione. A questi personaggi bisognerebbe ricordare che il nostro 25 aprile è la giornata che festeggia la Liberazione dal nazifascismo e, contemporaneamente, la loro sconfitta.

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Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.