Aim e disservizi a due ottantenni, un cittadino lamenta la presunta “roboticità” dei dipendenti e… della partitocrazia sul futuro dell’azienda

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La protesta Pd: Aim è dei vicentini
La protesta Pd: Aim è dei vicentini

Egregio direttore, mi consenta di rivolgermi al suo giornale per segnalare ai suoi lettori (e a chi avrà orecchie per intendere) il singolare comportamento del personale di AIM Vicenza Spa; la multiutility al servizio del territorio, così è scritto nel suo sito Internet. Azienda costruita nel 1906 per volere e a spese dei vicentini, e gestita dalla partitocrazia che ultimamente si sente autorizzata a vendere questo patrimonio comune senza nemmeno interpellare i suoi reali proprietari che sono i cittadini che l’hanno voluta.

Miracoli della democrazia rappresentativa in cui gli elettori anziché eleggere dei pubblici amministratori, in realtà nominano i propri insindacabili padroni. Di strumenti per “ricondurli sulla retta via” non se ne parla. O meglio ci sarebbero ma sono stati depotenziati dai “rappresentanti” di questa carente democrazia.

Sorvoliamo sul fatto che la finalità dell’azienda era quella di fornire alla cittadinanza servizi di luce, acqua, gas in economia. Oggi grazie agli “illuminati governi” che hanno retto la nostra repubblica nata dalla resistenza, possiamo constatare attraverso la lettura di una semplice bolletta quanto oramai il gravame della tassazione (spalmata in diverse voci e giustificazioni) superi abbondantemente il costo dei servizi effettivamente goduti.

E fatto questo necessario preambolo arriviamo alla questione: recentemente io, da semplice cittadino, mi sono fatto carico di assistere per qualche piccola e banale incombenza una coppia di ottantenni. Costoro hanno subito alcuni disservizi ad opera delle predette AIM. Sorvolerò sul fatto che non è stato efficace ricorrere al telefono. Ho trovato, dunque, il tempo per recarmi presso gli sportelli di Vicenza convinto che il dialogo personale sia non solo insostituibile, ma possa ripianare le questioni

Mi sbagliavo, il personale è, sì, gentile ma dà l’impressione di assumere un comportamento robotico. Già allo sportello si percepisce come questo personale non sia un mezzo al servizio dei cittadini. Mentre l’operatore allo sportello è intronato su una seggiola una spanna più alta del suo interlocutore (tecniche di marketing interpretate al contrario), al cittadino (quasi fosse un questuante) sono riservate delle poltroncine studiatamente molto più basse.

Nella sostanza il personale addetto agli sportelli di AIM Vicenza Spa, la multiutility al servizio del territorio, non è lì per risolvere i problemi come farebbe un qualsiasi intelligente privato erogatore di servizi. No! a quel personale non passa nemmeno per la testa di impegnarsi al servizio del cittadino poiché rigetta sistematicamente ogni argomentazione schierandosi dietro il paravento di capziose normative. Né è efficace il richiamo alla ragionevolezza, poiché persiste la sicumera del dipendente AIM.

Insomma, non solo siamo in assoluto il paese europeo con il più alto costo per questi servizi, dobbiamo anche subire la petulanza di un personale che non si sbraccia per risolvere i problemi dell’utenza, preferendo mimetizzarsi dietro a regole autodeterminate da quella classe dominante che pretenderebbe d’essere democratica.

Per dirla come Ralph Waldo Emerson “le tue azioni parlano così forte che non riesco a sentire quello che dici”. Per quello che mi riguarda quindi, credo che i cittadini che già non hanno provveduto, bene farebbero a prendere in considerazione altri e più congeniali fornitori. Oramai i mercato è libero (si fa per dire, considerando che le tariffe sono le stesse – salvo promozioni – in tutto il territorio nazionale), per cui un fornitore più disponibile credo si possa trovare.

Luciano Spiazzi

 

Gentilissimo lettore, pubblichiamo volentieri la sua lettera che abbiamo già girato all’azienda per una risposta, ma questa non sarà, immaginiamo, facile perché la sua lamentela, che pure segnaliamo, esprime di certo il diario di un cittadino che voleva aiutare i suoi anziani vicini, ma non fornisce, almeno per ora e se non vorrà fornire dei dettagli chiari, elementi concreti su cui impostare una ricerca, una verifica, una soluzione che non sia il generico richiamo all’impegno dei dipendenti di Aim a fare ancora meglio.

Questo, bisogna dirlo, in un momento in cui gli oltre 600 lavoratori, ai vari livelli, dell’ultimo gioiello di Vicenza sono messi a dura prova, e qui c’è un fatto concreto da lei segnalato, perché non sanno quale sarà il futuro dell’azienda di proprietà dei vicentini a cui, però, se non andranno a buon fine gli appelli delle opposizioni e quelli, nella maggioranza, di Fratelli d’Italia, non verrà concesso il doveroso diritto di decidere.

Il direttore