Algoritmo, origine della parola che oggi (e sempre di più in futuro?) comanda il mondo

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algoritmo
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(Articolo da TecnologicaMente n. 1, supplemento di Vicenza Più Vivasul web per gli abbonati tutti i numeri, ndr).

Decide l’assegnazione delle scuole ai docenti precari, il licenziamento di alcune tipologie di lavoratori, persino l’accoppiamento di uomini e donne. Sto parlando dell’algoritmo, cioè “la specificazione di una sequenza finita di operazioni (dette anche istruzioni) che consente di risolvere tutti i quesiti di una stessa classe o di calcolare il risultato di un’espressione matematica”. In realtà questo termine, che è antichissimo, manca ancora oggi di una definizione che sia formale e non tecnica. L’origine della parola algoritmo, (più raramente si trova algorismo, derivato dallo spagnolo alguarismo) è persiana, lingua e cultura che si distingue da quella araba in quanto il persiano o farsi è una lingua indoeuropea, mentre l’arabo è una lingua semitica. Di fatto algoritmo non è altro che la versione latina dell’appellativo di un matematico persiano, al Khw rizmi, che nel IX secolo scrisse un libro sul sistema di numerazione indiano, che di fatto ha introdotto la notazione posizionale e il numero zero nel mondo occidentale nel XII secolo, noto con il titolo latino di Algoritmi de numero Indorum. Sua anche la parola algebra, che è la latinizzazione di al-jabr. Le procedure di calcolo dei numeri decimali iniziarono così in Occidente ad essere chiamate algoritmi o algorismi, termine che poi si estese ad altri problemi, sempre matematici. Inizialmente i dizionari etimologici italiani come il Tommaseo-Bellini o il dizionario etimologico italiano Pianigiani edito nel 1907 e 1926 scrivevano che algoritmo è una parola che gli arabi hanno derivato dal greco arithmòs. Algoritmo e aritmetica sarebbero quindi sinonimi. I dizionari etimologici più recenti come il Bonomi, 2004-2008, confermano invece la derivazione persiana. Al grammatico francese Alessandro di Villedieu, vissuto nel XII secolo d.C. è attribuito, con incertezza, un poema dedicato al calcolo matematico, De algorismo o De arte numerandi. Per molti secoli il termine italiano usato in ambito matematico è stato algorismo. Nel XV secolo in Italia compare in un rogito il titolo Algorismo, volgare, che doveva essere un libro da stampare di cui però non si trova più traccia. A Reggio Emilia fu invece stampato nel 1478 un libro dal titolo Algorismo. E così in tutti i trattati successivi fino all’800. Il passaggio da algorismo ad algoritmo è dovuto probabilmente al fatto che in francese, inglese e tedesco, lingue usate nei Paesi dove nel XX secolo sono stati dati enormi contributi alla matematica e agli studi sul calcolo, il termine è algorithm, algorithme e algorithmus, in tutti e tre i casi con la “t”.