Area verde ex Barcaro Zaccaria, comitato Vicenza Est più verde scrive a Rucco: “proteggere natura, no a capolinea filobus”

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area verde Vicenza Est ex Barcaro Zaccaria
area verde Vicenza Est ex Barcaro Zaccaria

Il Comitato Vicenza Est Più verde, costituitosi “per la difesa dell’ultimo fazzoletto verde presente lungo l’asse viario di Viale della Pace e viale Camisano dall’ennesimo, inutile e dannoso, progetto di cementificazione” torna sulla questione dell’area verde nell’ex Barcaro-Zaccaria scrivendo una lettera aperta al sindaco Rucco in cui se da un lato si accoglie con piacere la notizia che non sorgeranno supermercati o centri commerciali dall’altro ci si rammarica per la decisione di costruirvi il capolinea del filobus. “Logica vuole che il filobus prosegua oltre il cavalcavia raggiungendo almeno la zona commerciale e produttiva attorno a via Zamenhof. In questi anni abbiamo provato ad avviare una reale interlocuzione con l’Amministrazione cittadina attraverso memorie, osservazioni alla variante di PAT, interventi in Commissione territorio, richieste di chiarimenti sugli aspetti giuridici del PUA Novello, proposte di incontro. Non ci scoraggiamo, benché ne avremmo tutte le ragioni stante le poche ed evasive risposte ottenute fino ad ora dall’Amministrazione cittadina, convinti che il destino dell’area ex Barcaro Zaccaria meriti tutti i nostri sforzi. Non solo, ora che l’inutile progetto di edificazione commerciale è stato definitivamente archiviato, ora che anche l’Amministrazione, per voce del suo massimo esponente, vuole far proprio i principi di sostenibilità ambientale, rilanciamo con maggior vigore e forza la necessità di salvaguardare un’area verde che, senza il costoso intervento di progettisti e consulenti vari, si è rinaturalizzata da sola ed è tornata ad ospitare specie pregiate di fauna e flora”.

“Come cittadine e cittadini ci sentiamo responsabili del nostro territorio, per questo non demordiamo. Abbiamo avuto ragione a dire, ed ora anche l’Amministrazione l’ha finalmente compreso, che la nostra città non ha più necessità di nuove strutture commerciali. Continuiamo a batterci, perché profondamente convinti, che per l’area ex Barcaro Zaccaria una riqualificazione diversa da cemento è non solo possibile, ma necessaria, ciò che serve alla nostra città è difendere e valorizzare l’area rinaturalizzata. La scienza ci dice che una città come Vicenza (al quarto posto in Europa per morti da smog secondo i risultati dello studio di tre università europee, pubblicato quest’anno su The Lancet Planetary Health) ha un bisogno, non rinviabile, di salvaguardare il poco verde rimasto in città. La vegetazione stempera il calore, creando ombra, umidità e ossigeno e abbiamo bisogno di verde in una città che muore di smog e si surriscalda in estate – prosegue il comitato -. Ogni qual volta è stata decisa la chiusura o il ridimensionamento di un presidio ospedaliero, il taglio del trasporto pubblico, abbiamo sentito ripetere il refrain “Ce lo chiede l’Europa”. Adesso lo diciamo noi: “Ce lo chiede l’Europa”. Adesso il nostro desiderio di salvaguardare l’area ex Barcaro Zaccaria, tornata in questi anni un’area verde, lo ritroviamo nero su bianco nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza Nazionale presentato dall’ Italia a Bruxelles a fine aprile. Nella Missione 2, intitolata Rivoluzione Verde e Transizione ecologica, della proposta di PNRR italiano ( con previsti 59,47 mld di euro del totale del Recovery fund) trova spazio, tra gli altri, la componente Pagina 1 Comitato ViEst Più Verde C4 – Tutela del territorio e della risorsa idrica (con un budget totale proposto di 15,06 miliardi di euro) che ha tra gli obiettivi generali: Salvaguardia della qualità dell’aria e della biodiversità del territorio attraverso la tutela delle aree verdi, del suolo e delle aree marine ( suddiviso a sua volta in Misure e Investimenti). Leggiamo nel PNRR e poniamo all’attenzione di chi ci legge : “ la Componente 4 pone in campo azioni per rendere il Paese più resiliente agli inevitabili cambiamenti climatici, proteggendo la natura e le biodiversità”.

“Ed ancora “Menzione a parte merita la salvaguardia delle aree verdi e della biodiversità, ad oggi una priorità assoluta per l’Unione Europea che con la “Strategia per la biodiversità entro il 2030” si pone l’ambizioso obiettivo di redigere un piano di ripristino della natura per migliorare lo stato di salute delle zone protette esistenti e nuove e riportare una natura variegata e resiliente in tutti i paesaggi e gli ecosistemi”. Per l’Europa, dunque, la salvaguardia delle aree verdi è una priorità assoluta, “per migliorare la qualità della vita e il benessere dei cittadini”. Forti della strada tracciata nel PNRR e dall’Europa, chiediamo all’amministrazione cittadina la disponibilità a modificare la propria visione sul destino dell’area ex Barcaro Zaccaria, ultimo fazzoletto verde sull’asse viario viale della Pace – viale Camisano, “al fine di preservare e valorizzare la biodiversità e i processi ecologici legati alla piena funzionalità degli ecosistemi”. Possiamo sperare che questa Amministrazione, utilizzando anche le possibilità aperte dal prossimo PNRR, predisponga uno studio di fattibilità per la trasformazione delle previsioni urbanistiche (nel PAT e nel PI) per l’area, forte del fatto che in futuro sarà possibile candidare l’area per un suo recupero a verde?
Come abbiamo scritto qualche mese fa, nella nostra Memoria presentata nella seduta del 15/12/2020 della Commissione del Territorio, l’area ex Barcaro Zaccaria, che è già un’area verde, si presterebbe a tante soluzioni verdi, ed è, a nostro avviso, un’ottima occasione per iniziare a mettere in atto il bellissimo documento del Sindaco Rucco per il Nuovo Piano degli Interventi, pubblicato nel mese di novembre 2020, dove viene assunto l’impegno verso progetti di riforestazione urbana per il rinverdimento della città”.

Il comitato ha anche elaborato una proposta progettuale per l’Area ex Barcaro Zaccaria.

“L’area è di circa 1,5 Km2 ha e presenta due bacini alimentati molto probabilmente sia da acqua di falda affiorante che piovana. È inoltre presente un piccolo fossato poco profondo, anch’esso oggetto di ristagno d’acqua. La vegetazione che circonda i bacini è costituita prevalentemente da tifa (Typha sp.) con presenza anche di cannuccia di palude (Phragmites australis). Va sottolineato che tifeto e canneto sono entrambi habitat in regressione che stanno lentamente scomparendo a causa non solo della scomparsa delle aree umide, ma anche della diffusa presenza della nutria che, brucando la tifa, sta seriamente minando anche le situazioni residuali e relitte.
Le specie arboree presenti sono costituite in prevalenza da giovani individui di salice (Salix cinerea, Salix alba), pioppo (Popolus sp.) ed altri elementi comuni e/o infestanti come acacia (Robinia pseudacacia) e piracanta (Pyracantha sp.).
Sono presenti inoltre altri elementi floristici di discreta valenza ecologica come Viola sp., ma gran parte della flora rimanente è tipica di prato ruderale e costituita da specie comuni e infestanti (es. Rubus sp.).
Sono presenti, in modo più o meno stabile, alcune specie di avifauna che sono state rilevate in sopralluogo, come:
– Airone cenerino (Ardea cinerea)
– Marangone minore (Microcarbo pygmaeus)
– Tuffetto (Tachybaptus ruficollis)
– Gallinella d’acqua (Gallinula chloropus)
Inoltre è certa la presenza di anfibi anuri; non si esclude l’utilizzo di questi ultimi degli stagni come sito di riproduzione.
Il fossato è attualmente colonizzato dalla presenza di anfibi come la rana verde e tipica vegetazione acquatica come crescione d’acqua e salice cenerino.

L’area è circondata da strade molto trafficate, per cui il disturbo acustico è notevole e l’arrivo di specie via terra è difficoltoso a causa dell’alta probabilità d’investimento.
Nonostante ciò, il sito è oggetto di frequentazione di diverse specie di avifauna come luogo di sosta e/o foraggiamento, a dispetto dell’attuale situazione di degrado ed il disturbo provocato dalla collocazione e il traffico.
Inoltre, la vicinanza del sito all’Oasi WWF degli Stagni di Casale “Alberto Carta”, sito protetto nel quale è nota la presenza stabile di numerose specie animali e vegetali anche di interesse comunitario, può essere positiva per l’arrivo e la colonizzazione dell’area in questione da parte della fauna (soprattutto dell’avifauna, il cui arrivo è più agevolato).
Non è da escludere la presenza di altre specie che potrebbero essere rilevate grazie a sopralluoghi mirati.
Attualmente l’area è recintata ma facilmente accessibile e quindi può essere oggetto di abbandono di rifiuti, atti di vandalismo e disturbo delle specie presenti.
Possibili interventi.
Nell’eventualità di preservare l’area come isola verde a scopo sia paesaggistico che conservazionistico, di seguito si suggeriscono alcuni possibili interventi, riportati nella Tavola 1.
È suggerito l’addolcimento delle sponde degli stagni, attualmente molto ripide, al fine di creare un ambiente di transizione, ora assente, per garantirne una maggior sicurezza e favorirne la biodiversità, sia vegetale che animale, ad esempio per la riproduzione di anfibi anuri e l’insediamento di un cariceto spondale che può anche essere piantato.
La piantumazione di filari di alberi a dividere le principali strade (via Aldo Moro e viale della Pace) dall’area verde possono essere utili per incentivare l’utilizzo dell’area da parte di avifauna allo scopo sono solo di sosta, ma anche eventualmente di nidificazione. Inoltre tale “barriera” sarebbe fondamentale per mitigare il disturbo acustico provocato dal traffico. Altri alberi e cespugli andrebbero collocati tra i due stagni, in modo da poter essere utilizzati come riparo, dormitorio e possibile luogo di nidificazione per alcune specie.
Il fossato presente andrebbe allungato al fine di rendere i due stagni comunicanti e favorire lo spostamento di anfibi e altri animali tra i bacini.
È auspicabile che l’area sia correttamente e periodicamente gestita al fine di tutelare sia le specie presenti che l’integrità degli ecosistemi creatisi, favorendo il naturale mantenimento della biodiversità presente evitando interventi eccessivamente invasivi, scongiurando allo stesso tempo una situazione di visibile abbandono e trascuratezza.
Infine, allo scopo di creare un’isola verde in cui possano trovare una situazione favorevole specie sia animali che vegetali, è sconsigliato che vengano creati dei percorsi percorribili e frequentabili all’interno del sito. Ciò infatti comporterebbe un disturbo tale da impedire la permanenza di animali e potrebbe favorire situazioni di degrado, abbandono di rifiuti, vandalismo.

Per questo motivo, è consigliato rendere inaccessibile l’area ai cittadini non autorizzati, che potrebbero comunque goderne la presenza e l’osservazione dall’esterno o dall’area individuata nel settore nord occidentale e protetta da un piccolo rilevato.

area verde ex Barcaro Zaccaria
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