Bonus bici verso il raddoppio fondi, ma non si può ancora fare domanda. Bonomo: “artigianato veneto in prima fila”

72
Green tour in bicicletta (foto d'archivio)
Green tour in bicicletta

In Regione Veneto operano (al 31.12.2019) 206 imprese nei settori della filiera della produzione di biciclette (fabbricazione e montaggio, fabbricazione di parti e accessori) seconda realtà italiana dopo la Lombardia, 127 delle quali a carattere artigiano (il 67,7%). Incidenza superiore a quella media nazionale che vede le 397 imprese artigiane pesare per il 55,7% sul totale di 713 attività. Imprese, quelle venete, che occupano 1.615 addetti. Il Veneto è inoltre terzo in Italia per indice di specializzazione del settore con un valore pari a 198, preceduto da Trentino Alto Adige con 278 ed Emilia Romagna con 204.

Per quanto riguarda l’utilizzo e le infrastrutture, il Veneto è terzo in Italia sia nella speciale classifica delle regioni dove si usa di più la bici per andare al lavoro e a scuole con 45 persone ogni 1000 abitanti che per i chilometri di piste ciclabili con 541,4Km

“La nostra è una terra vocata alle due ruote -afferma Agostino Bonomo Presidente di Confartigianato Imprese Veneto-. Per questo sono una buona notizia il boom delle vendite che si sta registrando in queste settimane e le indiscrezioni che giungono dal Ministro dell’Ambiente di un raddoppio, da 125 a 240 milioni di euro, dei fondi statali destinati al buono mobilità: il contributo pari al 60% della spesa sostenuta (non superiore a 500 euro) per chi acquista biciclette, bici a pedalata assistita, monopattini, segway, monowheel, hoverboard (che devono essere acquistati dal 4 maggio 2020 ed entro il 31 dicembre 2020). Un contributo che potrebbe agevolare l’acquisto sino ad 1 milione di mezzi dato che il prezzo medio di una bici venduta in Italia è di 390 euro. Un numero rilevante se si considera che, nel 2019, l’Italia ha prodotto 2,4 milioni di bici di cui 240mila in Veneto”.
Un bazooka per il settore quindi?

“Purtroppo non è tutt’oro quello che luccica -ammette il Presidente-. Tre le preoccupazioni di fondo. La prima è che l’accesso reale al contributo di fatto ancora negato. Il portale del Ministero dell’Ambiente, dove si dovranno presentare le domande, non è ancora in funzione. La seconda è dovuta al fatto che il bonus è esclusivo per i residenti maggiorenni nei capoluoghi di Regione, nelle città metropolitane, nei capoluoghi di provincia, o nei Comuni con popolazione superiore a 50mila abitanti. Per la nostra regione significa limitare l’impatto a meno del 20% della popolazione e al 1,1% dei comuni (7 su 563).

La terza considerazione -sottolinea Bonomo- è che, tranne che per le biciclette, il resto dei mezzi agevolati vede il monopolio assoluto della Cina. In particolare per i monopattini elettrici, i modelli che vanno per la maggiore sono prodotti da Xiaomi (che detiene il 39% della quota del mercato italiano) e dal colosso Segway, cinese dal 2009. Dei cinque modelli che vanno per la maggiore nel nostro Paese, quattro sono Made in China, il quinto è formalmente italiano, ma anch’esso è prodotto in Cina. Nilox, Nito e Vivobike si presentano come marchi Made in Italy ma, a onor del vero, curano solo progettazione e distribuzione. In Italia non esiste un impianto di produzione dei monopattini. Ed anche per quanto riguarda le bici, bisogna dividere il mercato almeno tra quelle tradizionali e le e-bike.

Ovviamente il mercato della bici italiano è di alta gamma su entrambe le tipologie. Nel 2018, le nostre esportazioni di quelle a pedalata assistita sono state pari a 43 milioni di euro (89.035 mezzi) e le importazioni a 91 milioni di euro (160.088 mezzi) con un saldo commerciale negativo di 49 milioni di euro (delle 160.088 e-bike importate in Italia il 50% arrivano da Cina e Taiwan). C’è in rischio concreto -conclude Bonomo- che gran parte dei contributi vadano ad agevolare quanto prodotto in Cina. Sarebbe un peccato!”