Candidato sindaco Vicenza Giacomo Possamai presenta il Piano per il superamento dell’emergenza ambientale nei prossimi 5 anni

1609

Nell’ambito del programma di presentazione di 10 idee per la città di domani con lo slogan “Vicenza, ora il futuro“, oggi, 11 marzo, Giacomo Possamai, candidato sindaco del centrosinistra e delle sue liste civiche, ha parlato di Ambiente nella sede elettorale, in via di completamento, di corso SS. Felice e Fortunato 19, che, ci ha detto, diventerà un centro di confronto per i cittadini elettori.

Vi proponiamo in copertina il video integrale con le proposte di Possamai, tra cui

  • 100.000 alberi in 5 anni, molti al Parco della Pace, secondo il candidato in ritardo sui tempi previsti per la sua apertura per colpa dell’attuale amministrazione, ovviamente nel botta e risposta quotidiano tra maggioranza e opposizione
  • una collaborazione stretta con Agsm Aim, strumento utile per gli obiettivi ambientali da grande azienda nel settore dell’energia e dell’ambiente come è, anche se Possamai ne critica le modalità della “nascita”
  • impianti fotovoltaici con la collaborazione tra pubblico e privato specialmente nella zona industriale di Vicenza ovest per far sì che le aziende energivore della zona producano più energia di quella che consumano
  • attivazione delle comunità energetiche
  • e poi..

E poi tutto quello che è incluso nel documento illustrato e consegnato alla stampa e di seguito integralmente riportato con le slides scaricabili da qui


Parte 1: lo stato attuale e la critica La situazione: una città più inquinata e meno verde Vicenza è al centro di una delle aree più inquinate del mondo. Il tema è di area vasta, ma né la Regione, né la Provincia né il Comune hanno attuato sufficienti azioni. Nel rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente emerge in modo netto il peggioramento della situazione di Vicenza negli ultimi cinque anni. La classifica generale (tarata su 18 parametri raggruppati in 5 aree: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente) riporta chiaramente il peggioramento del quadro: nel 2017 Vicenza era 40^ in classifica, nel 2018 49^, nel 2019 51^, nel 2020 è scivolata al 58° posto, nel 2021 addirittura al 60° posto. In cinque anni Vicenza è passata dal 40° al 60° posto sui 105 capoluoghi. Nel 2022 c’è stato un segno positivo MA SOLO grazie al buon miglioramento del solare, alla riduzione della dispersione idrica e all’aumento della percorrenza del trasporto pubblico: in compenso, ci sono stati ulteriori e significativi peggioramenti sul fronte della qualità dell’aria e della raccolta differenziata. Sulla qualità dell’aria Vicenza è ormai agli ultimi posti in Italia. Le stesse stime degli osservatori pubblici regionali ed europei definiscono l’aria del nostro territorio tra le peggiori d’Europa e del mondo. Sulla raccolta differenziata si passa dal 17° posto del 2021 al 24° posto del 2022: quel che è peggio, per la prima volta negli ultimi anni la percentuale di raccolta differenziata cala, dal 74% al 73,2%, invertendo un trend positivo. Oggi il Retrone è il fiume più inquinato del Veneto secondo il report Operazione Fiumi 2022 di Legambiente (per la concentrazione di coliformi fecali, segno dell’impatto degli scarichi fognari diretti sul fiume). Si moltiplicano gli allarmi per un’emergenza che sta diventando non solo ambientale ma sanitaria: salute individuale, salute pubblica. Aumentano i ricoveri in pediatria, aumentano i problemi anche cronici per gli anziani, crescono i rischi per chi ha altre patologie: malattie e problemi respiratori sono causa di malessere, di ricovero, di incremento della mortalità. L’Unione europea stabilisce attualmente che il valore medio annuale del Pm2,5 non può superare i 25 microgrammi per metro cubo. I limiti stabiliti dall’Organizzazione mondiale della sanità sulla base delle ricerche più aggiornate, che hanno individuato i livelli oltre i quali le polveri sottili sono dannose per l’organismo, sono molto più bassi: una media annua di 5 microgrammi per metro cubo, e giornaliera di 15 microgrammi per metro cubo. Entro il 2030 la Ue vuole abbassare il limite massimo della media annua di Pm2,5 a 10 microgrammi per metro cubo. Secondo il report di Legambiente «Mal Aria di città / Clean Cities Campaign», le città italiane nel 2022 erano per lo più ancora lontane dai limiti indicati dall’Oms, per quanto sotto all’attuale limite Ue. In particolare Monza (25 microgrammi per metro cubo), Milano, Cremona, Padova, Vicenza (23), Torino, Alessandria, Bergamo, Piacenza (22), Como (21), Brescia, Asti, Mantova e Lodi (20) che sfiorano l’attuale limite normativo, sono oltre quello richiesto dalla UE a partire dal 2030 e molto oltre quello dell’Oms. A fronte di tutto questo, cosa ha fatto la giunta Rucco? Troppo poco, troppo tardi. Sul fronte della mobilità sostenibile, il trasporto pubblico non è stato incentivato né messo al centro del discorso; la rete di piste ciclabili, dopo il grande e rapido sviluppo del precedente decennio, ha conosciuto una espansione modesta; persino le aree a traffico limitato sono state ridotte. Sul fronte degli investimenti pubblici e privati per ridurre gli impatti e aumentare la sostenibilità, si è fermata la spinta propulsiva: incentivi assenti o insufficienti ai privati per la sostituzione delle caldaie con impianti meno inquinanti; nessuna azione di sistema per incrementare nella misura necessaria la produzione di energia da fonti rinnovabili, mentre altre città italiane proprio in questi ultimi cinque anni raggiungevano l’autosufficienza energetica o vi si avvicinavano, con una netta crescita delle performance ambientali (non solo Trento e Bolzano ma anche Belluno, Reggio Emilia, Treviso, Cosenza, Forlì….). Persino i controlli si sono fermati, come ha fatto intendere a più riprese la stessa assessora all’ambiente, invocando (dalla sua stessa giunta) più controlli e sanzioni per chi continua a inquinare. Sul fronte del contrasto all’inquinamento grazie ad azioni di forestazione, sono modesti i risultati esibiti: l’anno migliore è stato l’ultimo, e ha visto la piantumazione di soli 6000 alberi. Troppo pochi per avere un impatto sensibile. Sul fronte della sensibilizzazione ed educazione, basta vedere come si sono ridotte e hanno perso di rilevanza le domeniche ecologiche, che non risolvono il problema ma almeno attirano l’attenzione e spingono modelli alternativi. Un dato per tutti, ma drammatico: per la prima volta nell’ultimo quindicennio, tra 2021 e 2022 la percentuale di raccolta differenziata è diminuita. Parte 2: la proposta di Possamai Cosa faremo: inquinamento dimezzato, rinnovabili al 100% Gli obiettivi che fissiamo per Vicenza per i prossimi 5 anni sono ambiziosi. Ma necessari. Se la situazione che viviamo è ormai drammatica, con rischi e danni sempre più evidenti per la salute individuale e collettiva, e in particolare di bambini e anziani, servono obiettivi alti e azioni radicali. Gli obiettivi che ci diamo sono semplici, chiari, forti. In 5 anni, Vicenza deve: – puntare a dimezzare i livelli di inquinamento dell’aria per i valori di PM10 e PM2.5, portando i valori sotto i parametri più stringenti che l’Europa si appresta a varare e allineandoli a quelli già indicati dall’OMS; – ridurre sensibilmente la dispersione idrica (oggi al 21%) e favorire il recupero delle acque piovane, aiutando a combattere gli effetti della siccità che rischiano di essere catastrofici; – eliminare o ridurre drasticamente il livello di inquinamento dei fiumi in città, imputabile alla presenza di scarichi non adeguati: oggi il Retrone è il fiume più inquinato del Veneto secondo il report Operazione fiumi 2022 di Legambiente, per la concentrazione di coliformi fecali.; – raggiungere un livello di autoproduzione energetica da fonti rinnovabili pari al 100% del fabbisogno domestico complessivo, e aumentare di almeno il 50% la produzione energetica locale da rinnovabili per gli usi produttivi. Come lo faremo: spinta del pubblico e delle partecipate, forestazione, comunità energetiche, incentivi e crediti per i privati Non è un libro dei sogni. Sono obiettivi audaci, ma realistici. Come diciamo sempre: non ci sono sfide troppo grandi per non poter essere affrontate. Servono visione, voglia di innovare, determinazione. Iniziando dall’applicare anche a Vicenza, in una logica di sistema e non a spot, le migliori pratiche che si stanno sperimentando in altre città italiane ed europee. Alcuni esempi di buone pratiche sono: – Bolzano e Trento sulle energie rinnovabili, con l’obiettivo raggiunto della produzione di energia rinnovabile al 100% – Reggio Emilia, con il primato conquistato sull’estensione della rete ciclabile: il doppio di quella vicentina in rapporto alla popolazione – Milano, Cagliari e Prato sui progetti di forestazione urbana spinta e di creazione (nella città toscana) dei primi esempi al mondo di “giungla urbana” in aree degradate o da recuperare – Roma, con la sperimentazione di un asfalto riciclato per le piste ciclabili, che riduce l’impatto ambientale della produzione dei materiali. La ricetta sulla quale lavoreremo prevede un mix di elementi: grandi investimenti infrastrutturali sulla produzione di energie rinnovabili accanto alla spinta per lo sviluppi di comunità energetiche anche di quartiere e di condominio; aumento massiccio della forestazione urbana; incentivi ai privati perché contribuiscono alla riduzione degli impatti ambientali; forte spinta per rendere competitive la mobilità sostenibile e quella pubblica; adozione di azioni correttive puntuali. Buona parte di queste azioni è capace di autofinanziarsi con i risparmi generati o può contare su linee di finanziamento e contributo dedicate. Più in dettaglio: FIERA: chiederemo a IEG che i nuovi investimenti vengano integrati da copertura solare, e che anche le aree a parcheggio vengano convertite alla produzione di energia rinnovabile. Così da assorbire il fabbisogno dello stesso complesso della Fiera, ma anche mettendosi a capo di una Comunità energetica pubblico-privata in zona industriale. Con IEG potremmo dare vita a un PED: Positive Energy District, un’area urbana che produce più energia di quanta consumi (è la nuova frontiera dell’energia, e ci sono importanti finanziamenti EU per realizzare questi distretti energetici). AIM-AGSM: incremento degli investimenti per l’autoproduzione energetica, a partire dal patrimonio comunale e aziendale, massimizzando le potenzialità locali di installazione di impianti a fonti rinnovabili. Aumento degli investimenti di AGSM/AIM sulle energie rinnovabili, anche fuori dal Comune di Vicenza, al fine di garantire una produzione di energia pulita superiore ai consumi domestici locali. Estensione della rete di teleriscaldamento sul comune di Vicenza per limitare le stufe – soprattutto nel pubblico e nelle scuole. Spazzamento stradale programmato ogni 15 giorni con pioggia; nei periodi di allerta (zona rossa) azioni di pulizia settimanale per catturare le polveri sottili che si depositano. VIACQUA: indirizzo per investimenti strutturali in due direzioni: ridurre la dispersione idrica dall’attuale 21%; eliminare le reti fognarie che scaricano direttamente sui fiumi in centro. COMUNITÀ ENERGETICHE. Messa a disposizione dei cittadini organizzati nelle Comunità Energetiche di spazi pubblici già urbanizzati (parcheggi, tetti di edifici pubblici, aree accessorie alle infrastrutture) per realizzare gli impianti fotovoltaici al servizio delle Comunità, con contratti di comodato gratuiti e utilizzo dei Patti di Collaborazione. Stimolo e supporto anche organizzativo e amministrativo allo sviluppo di Comunità Energetiche locali e anche di piccola scala. In COMUNE, creazione di uno Sportello Energia e di una unità operativa interna dedicata all’efficientamento energetico e alle energie rinnovabili. Modifica al regolamento edilizio per rendere obbligatorio il recupero acque piovane in caso di nuove costruzioni FORESTAZIONE: messa a dimora di almeno 100 mila alberi e piante ad alta capacità di cattura in cinque anni. MOBILITÀ SOSTENIBILE (ne parleremo a parte nella conferenza dedicata): completamento funzionale della rete delle piste ciclabili vicentine; completamento degli agganci alle reti esistenti extra vicentine; miglioramento dell’interfaccia con il TPL; ammodernamento del parco mezzi del TPL; incentivo economico all’utilizzo del TPL. INCENTIVI ai privati per sostituzione caldaie, efficientamento energetico e per utilizzo pompe di calore (a elettricità, che può essere autoprodotta localmente) al posto del gas, almeno in ambito residenziale, commerciale, ricettivo / turistico. Il capitolo sugli incentivi e gli stimoli è particolarmente importante per creare un effetto moltiplicatore e non limitare i risultati alle azioni intraprese dal pubblico. Abbiamo quindi pensato a incentivi su tre fronti, dando vita a un sistema di “crediti di sostenibilità comunali”, che possono essere convertiti in benefici, diritti, riduzioni, agevolazioni: – Energia da fonti rinnovabili su edifici privati, residenza, sport, scuole, industria, comunità energetiche, impianti di generazione pubblico-privati: CREDITI ENERGETICI emessi dal comune a favore dei privati. – Trasporto sostenibile (estensione rete piste ciclabili e vera integrazione con futuro metrobus elettrico); accordi con imprese vicentine per agevolare il ricorso dei dipendenti a mezzi di trasporto pubblico o almeno ricorso a parcheggi scambiatori esterni: CREDITI TRASPORTISTICI emessi dal Comune a favore dei privati. – Forestazione urbana, con obiettivo almeno 100 mila tra nuovi alberi e nuove essenze in 5 anni: gli interventi pubblici si completano con accordi con il privato sia residenziale che d’impresa perché sia lo stesso privato a dar vita a piantumazioni localizzate in cambio di incentivi e benefici. CREDITI VERDI emessi dal Comune a favore dei privati.


Qui tutta o quasi la storia in divenire delle elezioni amministrative Vicenza 2023