Caos processo Veneto Banca a Treviso, Il Mattino di Padova: si applichi il format Bpvi per le maxi udienze

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Organizzare il tribunale di Treviso per accogliere il maxi processo nei confronti degli 11 ex vertici di Veneto Banca, è la priorità che procede di pari passo con l’attività giudiziaria. Una missione difficile – visti i tempi ridotti e le forze consistenti da mettere in campo ma non impossibile. Anche perché c’è già un “format” sperimentato con successo, ed è quello usato a Vicenza per il processo “gemello” a BPVi. Tutto, nel palazzo di Giustizia berico, è stato studiato nel dettaglio con l’obiettivo di snellire e velocizzare le procedure, garantendo al contempo la sicurezza dei presenti.
Dagli accessi separati per risparmiatori e imputati al presidio delle forze dell’ordine e degli Alpini; dalla registrazione degli avvocati usando un numero alle udienze in videoconferenza; dall’allestimento di un servizio medico a quello di una sala stampa.

Il sistema, pensato per accogliere le 5.200 parti civili più centinaia di avvocati arrivati da ogni parte d’Italia, ha debuttato a dicembre con l’udienza preliminare e ha retto alla perfezione. A controllare che tutto funzionasse senza intoppi c’era l’artefice del piano, il presidente del tribunale Alberto Rizzo. Che, in previsione dell’apertura del maxi procedimento, aveva avviato per tempo una serie di contatti. «Le prime interlocuzioni con l’esterno sono iniziate un anno prima, servono poi diversi mesi, almeno cinque o sei, per mettere in piedi l’intera organizzazione», spiega il magistrato, «L’impegno è notevole, ma il risultato può essere raggiunto». Insomma la missione non è impossibile. L’importante, aggiunge il presidente, è avere le idee chiare su cosa si vuole fare. A cominciare dal luogo dove tenere le udienze. A Vicenza si erano prese in considerazione diverse possibilità: gli stabili della Fiera, il teatro, una palestra. Le varie opzioni sono state scartate e si è scelto di rimanere a palazzo di Giustizia. Ma poiché un’aula non poteva accogliere tutte le parti, è stato deciso di usarne tre, collegate tra loro in videoconfemeza, secondo un sistema a cui il tribunale di Vicenza già ricorre per il contatto con gli uffici di Bassano.

Stabilito di restare dentro il tribunale, è stato previsto il sistema di sicurezza con la vigilanza di diverse forze dell’ordine. In una delle prime udienze sono arrivati anche i cani degli artificieri. Creato inoltre un doppio ingresso al tribunale: quello principale per i risparmiatori, quello laterale (aperto per l’occasione) per gli avvocati. Una volta entrati in tribunale, i legali sono stati registrati con un numero che, esibito alle udienze successive, ha permesso la rapida identificazione della persona e il conseguente immediato accesso all’aula. Ma non basta: al piano terra sono stati allestiti un servizio di ambulatorio medico e una sala stampa per facilitare il lavoro dei giornalisti.

Il sistema ha funzionato grazie all’apporto non solo del personale del tribunale, ma anche di stagisti e di volontari che hanno contribuito alle operazioni di registrazione.

L’udienza preliminare è ancora in corso, ma il presidente del tribunale sta ora preparandosi alla fase successiva: quella del processo (in caso di rinvio a giudizio degli imputati). La situazione della logistica è destinata a complicarsi perché è prevista la costituzione di altre parti civili oltre alle 5 mila già presenti; si fanno addirittura previsioni di raddoppio. E inoltre l’udienza non sarà a porte chiuse (per cui è prevedibile che molti vorranno assistere al dibattimento). Insomma quello che si preannuncia è un processo “ciclopico” ed è per questo che si sta già studiando un piano per assicurarne le gestione.

di Sabrina Tomè, da Il Mattino di Padova