Commenti  offensivi su Facebook: vicentino denunciato per vilipendio alla Repubblica ed alle istituzioni, sequestro di pistola e porto d’armi

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Vilipendio alla Repubblica e alle Istituzioni
Vilipendio alla Repubblica e alle Istituzioni

Gli Agenti della Questura di Vicenza, nei giorni scorsi, hanno denunciato in stato di libertà R.M., vicentino di 53 anni, per Vilipendio alla Repubblica e alle Istituzioni – lo riferisce in una nota la Questura di Vicenza guidata dal questore Paolo Sartori (qui l’azione di Sartori dal suo insediamento in città, ndr).

Nel corso delle consuete attività di monitoraggio dei siti web, gli investigatori della Questura si erano accorti che il soggetto summenzionato, giorni addietro, commentando un articolo di stampa pubblicato sulla pagina Facebook de “Il Giornale di Vicenza”, aveva attribuito epiteti offensivi e denigratori nei confronti delle Istituzioni, manifestando, nello specifico, in maniera espressa profonda acredine ed ostilità verso le Istituzioni dello Stato, in particolar modo verso la Polizia di Stato ed i suoi appartenenti.

In breve tempo, quindi, le indagini intraprese dalla Polizia hanno consentito di individuare e denunciare alla Autorità Giudiziaria l’autore delle offese [1] per Vilipendio alla Repubblica e alle Istituzioni.

In considerazione di quanto accaduto e della attitudine dimostrata dal denunciato, il quale a proprio carico annovera anche un precedente pregiudizio, il Questore della Provincia di Vicenza Paolo SARTORI ha disposto nei suoi confronti il sequestro amministrativo di una pistola semiautomatica cal. 7,65 e di 55 munizioni, nonché la Revoca del Porto d’Armi.

Come ho già avuto modo di ribadire in precedenti occasioni – ha commentato il Questore Sartori – il web non può essere considerato un ambiente virtuale ove si gode della immunità rispetto  ad esternazioni offensive ovvero integranti altre, più gravi fattispecie di reato. Anche ciò che si condivide sui social networks ha delle ripercussioni: mi riferisco, nello specifico, a potenziali conseguenze di carattere giudiziario che derivano da comportamenti illeciti talvolta addirittura più severe di quanto accada in un contesto reale”.

[1]Si rappresenta che, per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza dalla persona sottoposta ad indagine in relazione alla vicenda sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna o forme analoghe”.