Covid aggrava problemi salute mentale, gruppo PD Veneto: “aumentare risorse”

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Salute mentale

“La pandemia sta avendo un impatto pesante anche sulla salute mentale, soprattutto tra i più giovani, con un aumento di casi di ansia e depressione destinati a crescere ulteriormente. E questo rischia di rappresentare un problema enorme in Veneto, dove adesso si spende meno della già bassa media nazionale e dove si sconta una grave carenza di personale. Il ritorno alla normalità non si avrà solo sconfiggendo il virus, ma fronteggiando in maniera adeguata le ricadute psicosociali”. A rilanciare le preoccupazioni del Coordinamento per la salute mentale del Veneto (SaVeMe) che raccoglie 20 sigle tra associazioni e società scientifiche, associazioni dei familiari, degli utenti e del privato sociale) sono Anna Maria Bigon, vicepresidente della commissione Sanità, insieme ai colleghi del Partito Democratico Francesca Zottis, Giacomo Possamai, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello e Andrea Zanoni.

“Anche nell’ultima sessione di bilancio – ricorda in un comunicato il gruppo dei consiglieri Pd – avevamo sollecitato la Giunta ad aumentare le risorse e gli interventi in questo campo, a partire dalla realizzazione di reparti ospedalieri per ragazzi e giovani psichiatrici. Ma le nostre proposte sono state tutte respinte. In Veneto la spesa pro capite è 54,5 euro a fronte di una media italiana di 78,1: peggio fa soltanto la Basilicata. Eppure i numeri sono elevati: secondo la Relazione sociosanitaria della Regione sono oltre 100mila le persone in carico ai servizi territoriali, mentre ogni anno circa 25mila veneti entrano in contatto con i servizi per la salute mentale per la prima volta. Di contro, sul fronte del personale, i Dipartimenti lamentano una carenza di operatori, soprattutto terapisti della riabilitazione psichiatrica e psicologi, che influisce sulla capacità di curare. L’alta disponibilità di posti letto nelle strutture fa sì che ci sia una maggiore ospedalizzazione, mentre la continuità assistenziale viene garantita in misura minore rispetto alla media nazionale”.
“Crediamo sia necessario investire più risorse – è l’appello dei consiglieri dem – e il Recovery Plan rappresenta un’opportunità anche su questo versante: è previsto uno stanziamento di un miliardo e 600 milioni per il potenziamento e l’integrazione dei servizi assistenziali sociosanitari, inclusi quelli rivolti a persone con problemi psichiatrici. Serve però chiarezza sulle priorità su cui intervenire”.