Decretato lo stato di insolvenza di Veneto Banca si attende un provvedimento analogo per la BPVi: con procedura di bancarotta pene superiori e prescrizione allungata

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Stamattina, mercoledì 27 giugno, il Tribunale fallimentare di Treviso, si legge su La Tribuna di Treviso, “ha decretato lo stato di insolvenza di Veneto Banca. La passività complessiva è stata calcolata in 538,6 milioni di euro, nonostante un intervento dello stato di 2,5 miliardi di euro. Il giudice fallimentare interpellato dal pubblico ministero Massimo De Bortoli dalla Procura di Treviso ha così stabilito che al 25 giugno 2017, data della messa in liquidazione di Veneto Banca e della Banca Popolare di Vicenza, l’istituto di credito trevigiano era insolvente e non in grado di onorare l’emissione obbligazionaria decennale emessa in scadenza il 21 giugno 2017″.

La sentenza, che arriva un anno dopo il decreto legge che portò l’ex popolare alla liquidazione coatta,  apre la strada al procedimento per bancarotta, ben più grave di quello per i reati attualmente in giudizio nei confronti degli ultimi amministratori della banca.

A questo punto c’è da aspettasi che anche il Tribunale fallimentare di Vicenza, a cui si sono rivolti i pm Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi per l’analoga richista di stato di insolvenza della Banca Popolare di Vicenza, che ormai è chiaro a tutti come fosse in condizioni peggiori della ex Popolare di Montebelluna, rigetti le argomentazioni dei commissari liquidatori (“guidati” in entrambi i casi, in maniera da taluni valutata come “anomala”, da Fabrizio Viola, ex ad della BPVi e presidente del Comitato strategico di Veneto Banca, e accetti le richieste dei pm vicentini.

L’incriminazione per bancarotta prevede pene superiori per gli eventuali responsabili e, di conseguenza, allunga il periodo di prescrizione.