Enotour del Wine Specialists Journal presso Cantine Rivera ai piedi del federiciano Castel del Monte

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Barricaia Cantine Rivera, ph. Simona Servillo
Barricaia Cantine Rivera, ph. Simona Servillo

Grazie all’iniziativa del Movimento Turismo del Vino Puglia, che promuove e pubblicizza l’evento ogni anno, domenica 25 settembre molte cantine pugliesi hanno aperto le porte delle loro strutture ai visitatori per permettere a tutti gli appassionati di toccare con mano la dedizione con la quale i viticoltori producono i loro vini, ma anche, in concreto, per toccare con mano l’uva da cui ricava quel nettare che a noi piace tanto. Siamo approdati così nella cantina della famiglia De Corato, meglio nota come Rivera, forse la più antica cantina pugliese e sicuramente una delle più rinomate, senza togliere nulla alle altre del circondario.

La storia della Cantina Rivera si deve far risalire almeno a tre generazioni precedenti rispetto a quella che gestisce attualmente l’azienda con tanto zelo e minuziosa cura dei particolari. Circa un secolo fa, infatti, Giuseppe De Corato rilevò una tenuta appartenuta, addirittura, ad un certo Pietro Collimento o Collemezzo, nobile aquilano detto “Rivera”, capostipite dell’omonima casata. Sebastiano De Corato, il figlio di Giuseppe, cominciò a vinificare le uve dei propri vitigni, utilizzando le vasche in cemento della cantina originaria, ancora oggi visibili e utilizzate per l’affinamento. In un secondo momento, negli anni ’60, Carlo De Corato, figlio di Sebastiano, decide di ingrandire l’azienda, dotandola di un altro corpus produttivo, costituito da vasche in cemento vetrificato, che con il tempo sono state attrezzate con sistemi di termoregolazione. Ma non è tutto, perché vi è anche una terza parte più recente della cantina, fatta di serbatoi in acciaio inox per la macerazione dei rosati, sistemi di pigiadiraspatura controllati elettronicamente, impianti per l’irrorazione dell’azoto (e la conservazione dello stesso) già durante la fase di pigiatura, per evitare che il contatto con l’ossigeno in quella fase specifica ne alteri il colore e il sapore.

Caratteristica, inoltre, è la bottaia sotterranea, in cui sono collocate botti grandi di rovere francese e di Slavonia, ma anche la barricaia, situata nei pressi della zona d’imbottigliamento, dove si trovano oltre 400 barriques di rovere francese per l’affinamento dei rossi, ma anche del Castel del Monte Chardonnay D.O.C. Lama dei Corvi, un cru proveniente dall’omonimo vigneto.

Botte grande Cantine Rivera, ph. Simona Servillo
Botte grande Cantine Rivera, ph. Simona Servillo

Le strutture della Cantina Rivera si trovano ai piedi del Castel del Monte, nel territorio di Andria, e anche la maggior parte dei vigneti proprietà, Torre di Bocca, Tafuri, Lama dei Corvi, sono collocati sulle morbide colline tufacee e calcaree intorno alla struttura federiciana, dove si raggiungono anche i 350 metri d’altitudine. Si tratta di vigneti coltivati perlopiù con il sistema del cordone speronato o del guyot, come la maggior parte dei vigneti della zona, su cui sono impiantati vitigni tipici autoctoni, come il Bombino nero, il Bombino bianco, il Nero di Troia, l’Aglianico, il Fiano, ma anche vitigni  internazionali, come Chardonnay, Sauvignon e Cabernet.

Proprio dai vitigni autoctoni la Cantina Rivera ricava i vini che sono il fiore all’occhiello della produzione regionale, in particolare tre delle quattro D.O.C.G. pugliesi, cioè l’evocativo Puer Apuliae, un Castel del Monte Nero di Troia Riserva D.O.C.G. (100% Nero di Troia con 14% vol. di gradazione alcolica), l’iconico Falcone, un Castel del Monte Rosso Riserva D.O.C.G. (70% Nero di Troia per 13.5% vol. di gradazione alcolica) e il superlativo Pungirosa, un Castel del Monte Bombino nero D.O.C.G. vinificato in rosato (100% Bombino nero per un delicatissimo 12% vol. di gradazione alcolica), vini che noi della Wine Specialists Council abbiamo già avuto modo di apprezzare e far conoscere ai nostri lettori.

Non meno interessanti sono le altre D.O.C. locali della Cantina Rivera, tutte disponibili per la degustazione gratuita ai visitatori, come il Marese, un Castel del Monte Bombino bianco D.O.C. (100% Bombino bianco), il Cappellaccio, un Castel del Monte Aglianico D.O. C. in purezza, così come le storiche produzioni internazionali che si sono radicate benissimo nel territorio pugliese, tra cui il Preludio n.1, un Castel del Monte Chardonnay D.O.C. 100% e il Terre al Monte, che è un Castel del Monte Sauvignon D.O.C. in purezza. Non possiamo non citare, dal momento che abbiamo avuto come WSC il piacere di presentarlo a Sweetly, il loro Moscato di Trani D.O.C. Piani di Tufara, un dolce naturale da 14% vol., ottimo, grazie alle note agrumate e di frutta gialla secca, per accompagnare dolci secchi o formaggi semistagionati.

Consapevoli del fatto che le denominazioni di origine controllata e garantita sono parametri importantissimi sulla qualità dei vini, ma che non tolgono nulla al gusto e al sapore delle altre produzioni che sono collocate più in basso nella scala gerarchica, di notevole interesse sono i due vini I.G.T. Furfante Bianco e Furfante Rosato, due vini vivaci per tutte le tavole, ma soprattutto da gustare in spiaggia con un aperitivo con crudo di mare tipicamente pugliese o con una pizza carica di prelibatezze contadine.

Torneremo di sicuro alla Cantina Rivera come visitatori, ma vorremmo anche ringraziarli per aver scelto la professionalità e la serietà di una nostra sommelier della Wine Specialists Council per illustrare con competenza ai visitatori i loro vini.

Bottaia Cantine Rivera, ph. Simona Servillo
Bottaia Cantine Rivera, ph. Simona Servillo