Finanziamento associazioni, Alex Cioni: ogni anno spendiamo milioni di euro mentre l’Anpi viene spacciata per un’associazione d’arma come lo sono i carabinieri

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Dal sito dell’Anpi: “Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, che con i suoi oltre 120.000 iscritti, è tra le più grandi associazioni combattentistiche presenti e attive oggi nel Paese“. Alla luce di questa roboante presentazione, è difficile non porsi una domanda banale. Esistono ancora i partigiani, e quanti sono, visto che la questione anagrafica ci dice che sono passati 73 anni dagli avvenimenti bellici? E ancora. Perché un’associazione che raccoglie i nipotini politici dei partigiani viene considerata un’associazione d’arma quando con ogni probabilità buona parte degli iscritti non avrà svolto nemmeno la leva militare?
Al netto di questo aspetto, negli ultimi mesi l’Anpi si è attivata per questioni squisitamente politiche legate alla cittadinanza dei migranti (Ius soli). Tanto per dire, non mi risulta che l’associazione d’Arma dei carabinieri si sia mai impegnata in prima persona a sostegno di una campagna politica. Perchè l’Anpi lo può fare prendendo soldi pubblici?
Qualcuno leggerà questi tre quesiti come delle affermazioni provocatorie più che per delle domande, invece, molto semplicemente, rappresentano dei dubbi che dovrebbero albergare in qualsiasi persona di buonsenso; visto, tra l’altro, che ogni giorno ci viene ricordato che la spesa pubblica va tagliata per i noti problemi di bilancio cui l’Italia è soggetta dai vincoli europei.
Mi permetto molto sommessamente di ricordare, che l’anno scorso il Governo Gentiloni ha provveduto a sovvenzionare con poco meno di due milioni di euro una miriade di organizzazioni pseudo combattentistiche collegate a quest’area, tra cui ovviamente l’Anpi, che ha ricevuto 107mila euro tondi tondi.
Come da tradizione italica, nel corso del dopoguerra ognuno si è fatto il suo comitato apposito, profittando così dei finanziamenti pubblici: i partigiani, i deportati, i volontari all’estero e chi più ne ha più ne metta.
Tutto ciò premesso, pongo un quarto quesito rivolto però al Movimento 5 Stelle, sperando che qualcuno di loro abbia la gentilezza di rispondere.
Visto che siete in prima linea contro gli sprechi della cosa pubblica, non ritenete utile di cominciare a tagliare anche queste spese per dirottare un pò di soldi ove necessario, concedendoli, per esempio, alle vere e reali associazioni d’Arma, o alle nostre forze dell’ordine, spesso costrette a lavorare con mezzi ed equipaggiamenti non sempre all’avanguardia? Non risaneremo di certo il debito pubblico così, ma almeno aiuteremo concretamente chi lavora per salvaguardare la sicurezza e, per davvero, la libertà di tutti noi.

Alex Cioni