Gatte Vicentine, il magazine dedicato alle donne vicentine da Ilaria Rebecchi

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Ilaria Rebecchi, fondatrice e direttrice di Gatte Vicentine
Ilaria Rebecchi, fondatrice e direttrice di Gatte Vicentine

Circa un anno fa nasceva Gatte Vicentine (gattevicentine.it), il magazine pensato e realizzato per le donne della città del Palladio, diventando un nuovo punto di riferimento di genere per quanto riguarda  notizie, salute, lavoro, eventi, cucina, storie di donne e servizi.

La fondatrice e direttrice del magazine Ilaria Rebecchi ci ha rivelato con entusiasmo i dettagli del progetto, i segreti del successo fra i lettori e anche il grande amore per la sua famiglia…

Come e quando è nata l’idea di creare un magazine per le donne del nostro territorio? Quali sono i contenuti più letti e più seguiti?

Ilaria Rebecchi
Ilaria Rebecchi

Gatte Vicentine è nato esattamente il 22 marzo 2018, anche se balenava nella mia testa da un bel po’. Il tutto nasce dall’idea di creare un magazine/community per le donne con un approccio differente rispetto alle altre realtà preesistenti, sia per obiettivo che per modo di comunicare. Niente protagonismi, niente polemiche: la parola d’ordine è sostegno alle donne, sotto tutti i punti di vista.

Da oltre 10 anni lavoro nel settore dell’informazione e della comunicazione, in particolare sul territorio vicentino e veneto, e da tempo mi ero resa conto dell’assenza di un collettore di notizie, informazioni, curiosità e segnalazioni utili alle donne.

Ma non solo. Gatte Vicentine nasce quindi per fungere da organo d’informazione ma con un linguaggio più smart e veloce, social e volto sia a segnalare cose da fare nel circondario, dove mangiare  e via dicendo, ma anche ad offrire spunti e approfondimenti interessanti tra eccellenze e tradizioni, cultura e storia, per far conoscere le storie delle tante donne di successo del territorio e condividerne  missioni e passioni, e per creare contatti tra associazioni e professionisti che lavorano per le donne, con le donne e per i più piccoli, dall’ambito sanitario alla psicologia, fino ai servizi di vario genere e alla legge.
I contenuti più letti? Ad esempio quelli che permettono di scoprire le curiosità del territorio, le “Storie di donne”, rubrica di video-interviste che curo personalmente,  quelli curati dai Giovani Medici dell’Ordine Provinciale sulla salute e la prevenzione. Ma non solo…

In un Suo recente articolo su Gatte Vicentine si parla dell’inquinamento da PFAS e di come possa alterare la fertilità femminile, secondo uno studio-choc del gruppo di ricerca del professor Carlo Foresta sulle ventenni residenti nell’area rossa (Ovest vicentino). Cosa ne è emerso e cosa ne pensa di questi pericoli?

La ricerca condotta dal professor Foresta è davvero incredibile, e mette luce su come l’inquinamento Pfas sia in grado di alterare la funzione dell’utero, bloccando ad esempio il ciclo mestruale e portando ad infertilità o a problemi in gravidanza. Due anni di ricerca su oltre 20mila geni analizzati: normalmente il progesterone ne attiva 300, in presenza di Pfas siamo a 127 alterati, in particolare quelli che preparano l’utero alla fertilità.

Ma non è l’unico dato: nei casi presi in esame, si è riportato un incremento di patologie come il diabete gravidico, anomalie congenite al sistema nervoso o al cuore, solo per citarne alcune. E se si pensa che le analisi sono state sottoposte su 115 ventenni residenti nell’area rossa del Veneto, paragonandole a oltre 1.500 coetanee non esposte a Pfas, i dati sono davvero allarmanti.

Che dire? Non ci sono parole, solo tanta rabbia e l’esigenza che venga fatta maggior chiarezza su questo fenomeno, sulle responsabilità e sulle conseguenze in termini di salute di chi abita in queste zone.

Per quanto riguarda le storie di donne, in genere, chi scegliete di intervistare? Donne imprenditrici, artiste, fashion blogger, donne impegnate nel sociale?

Sono video-interviste a donne che nel loro percorso hanno fatto e/o stanno facendo cose stimolanti, interessanti, particolari o rilevanti sotto diversi ambiti. Famose a livello popolare o nella loro nicchia, come la nota fashion blogger Angelica Alberti, che è anche Architetto, o la fondatrice della prima community dedicata alle donne bikers – Miss Biker, Lisa Cavalli. E poi l’imprenditrice e Direttrice Creativa di Pesavento, Chiara Carli, il primo avvocato donna marocchina, la bassanese Kaoutar Badrane e via dicendo.

Donne uniche, speciali, le cui storie possono aiutarne altre, e meritano di essere scoperte e messe in rilievo. Donne vicentine… Gatte Vicentine! Come le scegliamo? Sulla base di ricerche ma anche per segnalazione degli stessi lettori. Anzi, se avete qualche suggerimento, scriveteci: info@gattevicentine.it

Vi leggono anche gli uomini? Si dice che la curiosità è donna, ma credo che molti uomini leggano Gatte Vicentine per capire cosa pensano le donne…

Esattamente! E questo è davvero curioso e interessante. Nonostante i magazine online siano notoriamente un po’ più letti dalle donne, e il nostro progetto sia dedicato proprio al loro, in realtà gli uomini che ci leggono sono davvero tanti, circa il 40% del totale.

Questo perché Gatte Vicentine non parla come un magazine prettamente femminile e tra le nostre pagine o sui social non troverete consigli di make-up o altre tipologie di contenuti sicuramente più caratterizzati. Al contrario potrete scoprire novità, chicche e informazioni che, fondamentalmente, sono utili un po’ a tutti, senza distinzioni. Ed è proprio questo il nostro obiettivo.

Il progetto Gatte Vicentine ha tutte le carte in regola per continuare ad essere un magazine di successo. Cosa lo contraddistingue da altre riviste femminili?

Grazie, è proprio quello che ci auguriamo. Quello che speriamo, inoltre, è che il mondo dell’informazione sul territorio impari a cooperare, senza paura di qualche like o lettore in meno. L’unione fa la forza, soprattutto nel mondo della stampa e della comunicazione, così discussi oggi, in particolare se l’obiettivo è dare qualcosa ai lettori, e non solo conquistare uno sponsor in più. Senza però dimenticare che la sfera commerciale è di primaria importanza. In tal senso, forse, le aziende dovrebbero iniziare a selezionare con maggior cura i partner.

Il mercato è cambiato e anche i lettori, e “fidelizzazione” deve essere la parola chiave anche per chi opera nel mondo dell’editoria. Se ci pensiamo bene, ognuno di noi legge un quotidiano o una rivista o un libro perché si fida di ciò che c’è scritto (e al contempo evita di approfondire un argomento attraverso le realtà che ritiene meno affidabili per la sua esperienza di lettore), e di chi lo scrive.

Dare un volto e un nome ad un progetto e ad un articolo è fondamentale, e devono essere seri, autorevoli, credibili, professionali. In questo senso, quindi, i follower sui social network non sono sempre una garanzia. Conta chi lavora meglio, sul lungo termine.
Insomma, è bene fare i conti con i propri obiettivi, se si vuole salvare la credibilità sia come azienda che come comunicatore. Che il progetto sia femminile o meno, non cambia.

Direttore Ilaria, lei è una donna creativa e multitasking, molto impegnata professionalmente e da poco più di tre mesi è diventata anche mamma! Come riesce a conciliare il lavoro e la famiglia?

Ho un bambino di tre mesi che si chiama Giulio: è l’esperienza senza dubbio più bella, magica e impegnativa di tutta la mia vita. Ogni giorno è una lotta contro il tempo, ma la soddisfazione di un semplice gesto o sorriso di Giulio mi fa letteralmente dimenticare ogni sacrificio, se così vogliamo chiamarlo.

Devo dire che dall’inizio della gravidanza ho sviluppato un’energia rinnovata che mi sostiene anche nel lavoro tra creatività e produttività. Essendo una libera professionista, poi, non ho mai effettivamente smesso di lavorare, persino a pochissimi giorni dalla nascita di mio figlio, dal cellulare e nei pochi momenti delle sue nanne. Credo che le freelance che leggeranno potranno capirmi! Amo il mio lavoro e il fatto che mi permetta di entrare in contatto con realtà e storie sempre nuove e stimolanti.

Ma essere mamma è pura magia, amore. Una cosa difficile da descrivere con le parole, persino per me.
Le due sfere – lavoro e famiglia, se combinate con certosina organizzazione e una buona dose di naturale entusiasmo, diventano pura gioia.
A volte faticosa, ma sempre assolutamente fantastica!

La vera sfida è riuscire a dedicare il giusto tempo ad ogni cosa, senza soffrire o far soffrire. Una cosa molto, molto e ancora molto difficile: personalmente ho deciso, e questo da ben prima dell’arrivo di mio figlio, di limitare al massimo il lavoro nei weekend e la sera, in favore di sano tempo per me e per chi amo.

Da quando è arrivato Giulio, poi, questa è diventata la regola basilare per me. Trovo che sia giusto, anzi doveroso. Difficile, per le mamme professioniste (e non solo), ma necessario: la vita è questa, non è solo un pc e la dedizione al lavoro. Quest’ultima è importantissima, ma non tanto quanto, ovviamente.
E se i clienti o capi o colleghi non lo capiscono, pazienza. Non si può certo sacrificare la famiglia per il lavoro. Almeno non secondo me.