#Iorestoacasa, l’occasione per scoprire 5 grandi classici della letteratura

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I recenti decreti governativi parlano chiaro: per le prossime due settimane, e probabilmente fino al 3 aprile, e si spera non molto oltre, tutti gli italiani saranno chiamati a un grande sforzo, che è anche un grande atto di responsabilità: rimanere in casa e uscire solo per andare al lavoro (se l’azienda non permette lo smart working), a fare la spesa (ma una sola persona per famiglia e acquisti essenziali per il mantenimento), o per improrogabili motivi sanitari (gravi problemi di salute o visite mediche non rinviabili). Di sicuro, come 4 vicentini hanno già sperimentato, dopo le 18, coi bar che son chiusi, scatta una sorta di coprifuoco per chi è in giro.

La permanenza forzata in casa può essere una buona occasione per leggere quei libri di cui magari abbiamo già sentito parlare, che in molti dicono essere capolavori imperdibili, ma che per un motivo o per l’altro non avete mai letto. Magari perché alla sera siete troppo stanchi per leggere e nei weekend avete sempre altre cose da fare tra spesa, lavatrice, pulizie e passeggiata. Ora potete recuperare. O almeno provarci.

Fedor Dostoevskij, I fratelli Karamazov

Lo scrittore russo, rivale del grande realista Tolstoj, è considerato l’inventore del romanzo psicologico. Non a caso Freud si interessò molto ai suoi libri. Con il suo ultimo libro anticipa praticamente il Novecento, ma allo stesso tempo ci regala uno degli ultimi esempi di romanzo corale con tantissimi personaggi ben delineati. E, ci sono talmente tante storie nella storia (la parte del Grande Inquisitore con Cristo che torna sulla terra è diventata celebre ed è stata molto ripresa), che leggere I fratelli Karamazov è come leggere tre libri in un colpo solo, e c’è spazio per tutto: avventura, filosofia e persino thriller.

Thomas Mann, I Buddenbrook

Questo romanzo tedesco ha in comune con I fratelli Karamazov il passaggio tra Ottocento e Novecento. Al centro sempre le vicende di una famiglia. Questa volta molto più normale, una classica famiglia borghese ossessionata dalla reputazione sociale ed economica. Interessantissima la figura femminile protagonista e le osservazioni sulle differenze tra tedeschi del Nord e del Sud. Nella traduzione di Furio Jesi il bavarese diventa una sorta di bergamasco.

David Foster Wallace, Infinite Jest

Questo romanzo monstre americano sta a cavallo tra il XX e XXI secolo. In esso vengono anticipate alcune tematiche contemporanee come il problema dello smaltimento dei rifiuti e l’intrattenimento televisivo vissuto come una sorta di dipendenza. Più che un romanzo è un’esperienza, sempre oscillante tra il realismo e l’onirico, tra la materialità più schietta e il più alto intellettualismo. Consigliatissimo ai fan di David Lynch.

Cormac McCarthy, Suttree

Anche se il suo libro più famoso è probabilmente il distopico La strada, da cui è stato il film con Viggo Mortensen, Suttree è, come la serie americana Shameless, un ottimo modo per conoscere la vera America a stelle e strisce. Quella povera, sporca, alcolizzata, disillusa: insomma, quella più simpatica.

Beppe Fenoglio, Il partigiano Johnny

La particolarità di questo libro è raccontare una storia forte, una materia incandescente come la guerra civile italiana negli anni che vanno dalla caduta del fascismo, alla lotta partigiana, fino alla Liberazione, con ferite ancora vive e vibranti, con uno stile che non è per niente semplice, né mimetico della realtà. Se riuscirete a superare la fatica iniziale, verrete sicuramente ripagati con una seconda parte di romanzo veramente commovente. Da far leggere in tutte le scuole. E non pensate che sia il solito libro “da comunisti”. All’epoca infatti lo stesso Fenoglio fece fatica a farselo pubblicare proprio perché i partigiani “rossi” non ne uscivano molto bene e perché spiegava che quelli che hanno avuto un ruolo molto più incisivo sono stati gli “azzurri”.

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