La Rassegna Stampa di martedì 7 luglio di VicenzaPiù

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Per tagliare un po’ l’aria…

Vignetta di Vauro, Il Fatto Quotidiano del 7 luglio
Vignetta di Vauro, Il Fatto Quotidiano del 7 luglio

Esteri – Oggi, martedì 7 luglio 2020, le pagine dedicate agli esteri riportano la notizia dell’insediamento dell’avvocato di origini italiane Éric Dupond-Moretti, celebre per le sue “assoluzioni” e la vicinanza ad Assange, al ministero della Giustizia francese nel nuovo governo Castex.

Il Fatto Quotidiano scrive: “A soprendere è la nomina alla Giustizia di Éric Dupond- Moretti: un principe del foro sanguigno e polemico, avvezzo alle prese di posizione clamorose e controcorrente, dal processo relativo alle intercettazioni di Nicolas Sarkozy. Soprannominato “Acquittator ” (Assolutore) per la capacità di far scagionare i suoi clienti, ha difeso con successo Jean Castela, considerato il killer del prefetto Claude Erignac, l’ex ministro Bernard Tapie, il calciatore Karim Benzema e l’ex ministro Jérôme Cahuzac. È difensore del terrorista Abdelkader Merah, fratello del jihadista che fece strage a Tolosa nel 2012, e fa parte del collegio di difesa internazionale di Julian Assange. È stato anche favorevole al divieto di legittimità del Front National”.

E sempre a proposito dell’assegnazione dei nuovi ministeri francesi, il Corriere della Sera ricorda un’altra “affinità”, se così si può dire, con l’Italia: “E un’altra nomina notevole è quella del nuovo portavoce del governo: al posto di Sibeth Ndiaye, responsabile di troppe gaffe, ecco Gabriel Attal, che ebbe un momento di notorietà in Italia durante la crisi dei migranti nel giugno 2018, quando da portavoce del partito di maggioranza La République en Marche disse in tv che «la linea del governo italiano è vomitevole»”.

 

Locale – Le prime pagine dei giornali locali si aprono con l’introduzione della ‘maxi multa’ per chi viola l’isolamento, annunciata ieri da Zaia nel suo punto stampa. Il Giornale di Vicenza titola: “Zaia vara maxi multe per i ribelli del Covid”. In particolare, anche i datori di lavoro dovranno segnalare i dipendenti tornati da Paesi extra Ue. “E se non lo fanno? – continua il quotidiano – Super multa. Mille euro a dipendente. E non si conteggia il singolo lavoratore spedito all’estero. No, si intendono tutti”.

L’altra novità riguarda il caso in cui un positivo a Covid rifiuti il ricovero. Per chi infatti, risultato positivo il tampone, respingesse l’ospedalizzazione – scrive sempre il GdV – , “l’Ulss dovrà segnalare agli organi di polizia giudiziaria il nominativo. Qui scatta l’ipotesi di reato di diffusione di germi patogeni”. Si rischia fino a 12 anni di arresto nei casi più gravi”. Nell’articolo in basso a pagina 2 sono contenuti tutti i casi previsti dall’ordinanza per autosegnalarsi all’Ulss e mettersi in quarantena.

Intanto, sempre dal Giornale di Vicenza, si apprende che i pm vogliono vederci chiaro sulla vicenda del manager tornato dalla Serbia positivo al Coronavirus. L’obiettivo è ricostruire chi ha incontrato da quando è tornato in Italia. Il quotidiano infatti scrive: “In queste ore, il pubblico ministero Maria Elena Pinna – che ha aperto un fascicolo dopo la segnalazione presentata dalla direzione sanitaria dell’Ulss 8, ma che al momento non reca né ipotesi di reato né indagati – ha ordinato ai carabinieri una lunga serie di approfondimenti per fare piena luce sul racconto di Fraron, su quello dei suoi collaboratori, su quello della cittadina cinese contagiata e su quanto accaduto la settimana scorsa”.

Intanto sul Corriere del Veneto parlano tre persone vicine all’imprenditore di Pojana oggetto del dibattito di questi giorni. In un articolo a pagina 3 si legge: “Parlano il maggiordomo dell’imprenditore vicentino e l’ingegnere assunto per un nuovo progetto. «Il nostro principale? Tante bugie su di lui e ai test siamo negativi»”. Dalle parole di un dipendente, il manager non voleva più farsi ricoverare in ospedale perché, a suo dire, era stato trattato male, chiedendo, quindi, di essere trasferito in una clinica privata in grado di curare il Covid.

 

Economia – Le pagine di economia di oggi aprono sul successo dei Btp Futura, i primi titoli emessi dal ministero dell’Economia per i piccoli risparmiatori, lanciati ieri sul mercato per contrastare la crisi del Coronavirus. Il Corriere della Sera titola: “Partenza sprint per il Btp Futura Al primo giorno 2,3 miliardi. Collocamento fino a venerdì salvo chiusura anticipata l’8 luglio. Ieri 65 mila contratti”. “Ha chiuso il primo giorno di collocamento con domande per 2,375 miliardi di euro e per un totale di 65.373 contratti – continua il quotidiano – . Parte bene dunque l’emissione del nuovo strumento ideato dal Tesoro che potrà essere sottoscritto dai risparmiatori italiani fino a venerdì 10 luglio. «Si tratta sicuramente di un risultato soddisfacente che non può essere paragonato però all’emissione del Btp Italia», ha precisato Davide Iacovoni responsabile per il debito pubblico del Mef”.

Partenza scattante anche per il Sole 24 Ore, che del lancio dei nuovi Btp Futura rispetto ai vecchi Btp Italia scrive: “Il mese scorso il collocamento record del BTp Italia aveva chiuso la prima giornata con ordini retail per 4,01 miliardi. (…) Sui mercati è da registrare il lieve calo dello spread BTp-Bund, che sui titoli decennali chiude a 166 punti base rispetto ai 169 punti di venerdì (rendimento all’1,24%). La Bce, infine, ha reso noto che in giugno nel quadro del Qe straordinario ha acquistato 2,37 miliardi di BTp (contro i 2,85 di maggio)”.

Sempre il Sole 24 Ore titola in prima pagina: “Piano delle riforme, contro il debito risparmi per 30 miliardi all’anno”, tornando a parlare del Pnr (Programma nazionale di riforma), il documento da allegare al Documento di economia e finanza. Durante l’incontro del CDM di questa notte, oltre che alle riforme, si è presa in esame anche una strategia per abbattere il debito pubblico, calcolando anche le perdite di questo primo trimestre. “Per raggiungere il risultato – continua il quotidiano economico – si farà leva, fra l’altro, su una nuova spending review, su un riordino delle spese fiscali e sul taglio dei sussidi ambientali dannosi. Questo mentre le entrate tributarie nel periodo gennaio-maggio pagano il costo della pandemia con una diminuzione di 15,3 miliardi, di cui 9,2 di Iva”.

 

Politica – Repubblica apre in prima pagina sulla complessa situazione dei lavoratori e sugli aiuti che lo Stato dovrebbe dare. Titola infatti: “Ancora due milioni di lavoratori aspettano la cassa integrazione. La maggioranza di chi è senza Cig non riceve alcun sostegno da marzo: 1,5 milioni dipendono dall’Inps mentre i restanti 500 mila circa dal Fondo degli artigiani. Che però non ha le risorse necessarie”. Valentina Conte a pagina 10 continua: “Ma se nel caso dell’Inps i soldi non mancano — 17,6 miliardi stanziati dai decreti Cura Italia e Rilancio — nel caso degli artigiani il Cura Italia ha messo solo 60 milioni a fronte di 1,242 miliardi richiesti”.

Sul Corriere della Sera, ma anche su altri quotidiani nazionali, si fa il punto sul Consiglio dei Ministri di questa notte arrivato a un accordo sul Dl Semplificazioni. Il quotidiano di via Solferino scrive: “Dal Codice degli appalti all’abuso d’ufficio. Dall’economia circolare, i parchi nazionali e le energie rinnovabili passando per i commissari straordinari da nominare per seguire «interventi infrastrutturali caratterizzati da un elevato grado di complessità», fino al Piano nazionale di riforma, lo scostamento di bilancio, la digitalizzazione della Pubblica amministrazione. Tutto in una notte. (…) Il decreto Semplificazioni, 48 articoli in meno di 100 pagine, intende andare in questa direzione”.

Il Fatto Quotidiano, sempre sul Dl Semplificazione approvato “salvo intese”, si concentra invece sulla questione appalti e sulle doti di mediatore di Conte. Scrive infatti: “Il testo, studiato a Palazzo Chigi, di fatto eliminava le gare per un anno nel settore a favore di procedure negoziate direttamente con le aziende: rese obbligatorie sotto i 5 milioni di valore (la “soglia comunitaria”), chiamando almeno 5 imprese; e semi-obbligatorie anche sopra quell’impor to, specie per le opere considerate “prioritarie”, con le stazioni appaltanti dotate di poteri in deroga a quasi tutte le leggi. Il Pd è contrario a una sospensione così profonda delle gare; 5Stelle e Italia Viva insistono soprattutto la nomina di commissari straordinari. Tutti, in parte, saranno accontentati”.