La timida politica di Biden sulle armi da fuoco

Armi
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“Possiamo votare per la libera circolazione di fucili di assalto…. oppure eliminare la loro presenza dalle nostre strade”. Queste le parole di Joe Biden nel 1993 durante la discussione della legge sui crimini violenti che sarebbe approvata l’anno seguente e poi firmata dall’allora presidente Bill Clinton. A quei tempi Biden era uno dei due senatori che rappresentavano il Delaware nella Camera Alta. Adesso, da presidente, Biden ha usato quasi lo stesso linguaggio per incoraggiare il bando dopo le recenti sparatorie a Buffalo e Uvalde che hanno causato la morte a un totale di 31 persone, 19 dei quali bambini.

La legge del 1994 incluse il bando ai fucili di assalto in grande misura per l’insistenza del senatore Biden. Un compromesso fu però necessario imponendo una scadenza di dieci anni che poi non fu rinnovato durante l’amministrazione di George Bush figlio. Adesso da presidente Biden ha perso la sua passione contro i fucili di assalto anche se ha cercato di fare perno sull’emozione per migliorare la tragica situazione. Nel recente discorso alla nazione, Biden ha chiesto “Perché, in nome di Dio, un cittadino comune dovrebbe acquistare un fucile di assalto con caricatore di 30 pallottole?” L’attuale inquilino della Casa Bianca ha incoraggiato i legislatori ad agire senza però insistere sul bando, esortandoli però a fare qualcosa. L’America è cambiata dagli anni 90 e Biden sa benissimo che insistere sul bando dei fucili di assalto sarebbe impossibile politicamente, considerando l’intransigenza dei repubblicani al Senato. Ci vorrebbero 60 dei 100 senatori favorevoli e i repubblicani sono compatti e contrari.

Biden nel suo discorso ha giustamente fatto notare che le sparatorie di massa tipiche dell’America non avvengono in altri Paesi. Per quest’anno ci sono già state più di 200 sparatorie di massa, definite come incidenti in cui muoiono 4 o più persone, escludendo l’individuo responsabile. Il 46esimo presidente ha additato alla disponibilità dei fucili di assalto ammettendo però che in questo clima sarebbe impossibile metterli al bando. Ha suggerito, timidamente, di alzare l’età minima da 18 a 21 anni per poterli ottenere. Sarebbe un piccolo passo avanti perché parecchi degli individui responsabili delle stragi recenti avevano poco più di 18 anni. Ovviamente una posizione più risoluta per mettere queste armi di uso militare sarebbe stata più presidenziale ed avrebbe avuto maggiore impatto se non altro come punto di partenza per negoziazioni con i repubblicani.

La Camera, dominata dai democratici, ha preso una posizione un po’ più risoluta con il loro pacchetto di leggi “Protecting Our Kids Act” (Atto protezione dei nostri bambini), 223 voti favorevoli, 204 contrari. Non include però il bando, seguendo la timida linea dettata da Biden. Ciononostante i parlamentari democratici sono andati oltre mettendo al bando caricatori con più di 18 pallottole. Tutto sommato, meglio di Biden ma si avrà lo stesso risultato poiché al Senato non avrà nessuna possibilità di essere approvato. Un gruppo di dieci senatori bipartisan sta lavorando su una misura che non toccherebbe il bando alle armi ma si limiterebbe alla sicurezza fisica delle scuole, concentrandosi altresì sui possibili limiti di armi da fuoco a persone identificate con problemi mentali.

Se il Senato non ha nessuna intenzione di approvare il disegno di legge della Camera, Mitch McConnell, leader dei repubblicani alla Camera Alta, ha però esortato i parlamentari per l’approvazione di una misura approvata dai suoi colleghi. Il disegno di legge caro a McConnell rafforzerebbe la protezione ai giudici della Corte Suprema. La richiesta di McConnell è stata fatta il giorno dopo che un individuo con problemi psicologici è stato arrestato davanti la residenza di Brett Kavanaugh, uno dei giudici dell’alto tribunale. L’individuo aveva minacciato di volere uccidere il giudice per il suo supporto all’abrogazione della legge sull’aborto. McConnell, ovviamente, confermando la sua ipocrisia, non ha menzionato tutti i disegni di legge approvati dalla Camera che lui ha bloccato. Inoltre, per lui, la sicurezza dei giudici è ovviamente più importante di quella degli altri americani, incluso i bambini.

La sicurezza dei bambini sembra preoccupare poco i repubblicani i quali si nascondono sul diritto dei cittadini di possedere armi, sancito dal secondo emendamento. Ecco perché Eric Swalwell, parlamentare liberal della California, li ha attaccati in un recente dibattito durante una sessione della Commissione giudiziaria alla Camera. Rispondendo a Jim Jordan, parlamentare dell’Ohio che aveva accusato i democratici di volere eliminare il secondo emendamento, Swalwell ha controbattuto chiedendo retoricamente “con chi si schierano? Con i nostri bambini o con i killer”.

Swalwell ha ragione anche se non completamente. Ai repubblicani interessa molto di più la loro sopravvivenza politica. Sanno benissimo che persino un voto per lievissimi limiti scatenerà l’ira della National Rifle Association, la potente lobby che si oppone a qualunque modifica, vedendola come corda scivolosa verso il divieto totale del possesso armi.

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Qui gli articoli su ViPiu.it di Domenico Maceri, PhD, professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California. Alcuni dei suoi articoli hanno vinto premi della  National Association of Hispanic Publications.