Le operazioni di voto a Vicenza: il Minnitellium

182

Mentre timbro le schede in un seggio dell’est vicentino, un giovane scrutatore mi domanda il perché dei bulloni sul fondo delle urne. E l’involucro con su scritto: lumini, allora? Le mani impiastricciate d’inchiostro, le matite incancellabili (oggetto di rara preziosità, che ogni presidente di seggio teme di non riconsegnare nel numero ricevuto), i manifesti dei comizi, dei candidati, delle avvertenze, delle sanzioni, registri delle note, degli elenchi, dei verbali, degli estratti dei verbali, buste bianche, buste gialle, buste grigie: la A che contiene le buste E+F+G, la B che contiene le buste L+M+N. Busta C, da sola.

Nastro adesivo incrociato sulle finestre, sulla porta le firme di ogni scrutatore con le sole due penne concesse dal governo, e luce accesa, tutta la notte, con le finestre semi aperte. Che spreco, dice il giovane, ma è il prezzo della democrazia, gli rispondo. E Minniti, che è calabrese: sì, come quelli del film “Sud”, hai presente? Quel film con la scheda in più votata dal camorista (o altra mafia) e continuamente portata fuori dall’elettore dopo averla scambiata con quella ricevuta nel seggio? Ecco, quello. Minniti ha fatto aggiungere un tagliando, col bollino, che poi finirà nella busta marrone. Sarà il Minnitellum, che dopo il Rosatellum ci aiuterà a non capirci più niente del voto. Insomma, nell’epoca dei voti on line, (aspettando che Casaleggio impari meglio il sistema) ci tocca andare a votare con i lumini e le matite incancellabili, e adesso pure con i bollini; sicché se fino ad ora le operazioni di scrutinio in calabria sono finite il giorno dopo, adesso impegneranno tutta la settimana successiva. Operazioni di voto e di scrutinio che risalgono alla legge del dicembre del 1918 che dispose del suffragio elettorale maschile, e chissà, forse ai plebisciti, al ’48, o anche prima. 400 mln di euro di spese dirette e altre pagate dalla collettività in trasferimenti, permessi, giorni compensativi, etc… per celebrare una democrazia che solo accidentalmente consegna al paese, e alla storia, la volontà degli elettori, dei cittadini. Domani sarà un giorno lungo. Speriamo bene, speriamo che vinca il popolo italiano, e… che riesca a votare.

Giuseppe Di Maio