Maggio dei libri. “A scuola di umanità. Teorie e pratiche educative” a cura di Giuseppe Elia

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A scuola di umanità. Teorie e pratiche educative, Progedit, Bari 2021.
A scuola di umanità. Teorie e pratiche educative, Progedit, Bari 2021.

Un punto cruciale sul quale occorre ritornare a riflettere in quanto collettività che intende costruire con un senso di radiosa speranza un degno futuro per le proprie figlie e i propri figli è legato alla competenza etica degli educatori e delle educatrici, intendendo con questa espressione non sono le istanze professionali legate alla scuola, ma in generale tutto ciò che ha che fare con le modalità e i valori connessi alla costruzione di un mondo più umano da lasciare in eredità ai giovani.

Il testo A scuola di umanità, pubblicato solo qualche giorno fa e curato da Giuseppe Elia, professore ordinario di Pedagogia generale e Direttore del Dipartimento ForPsiCom dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, ha l’indiscutibile pregio di aver messo insieme diverse professionalità legate al mondo della scuola e della formazione, al fine di articolare uno strumento utile ed eticamente orientato per tutti coloro i quali sentono con consapevolezza l’urgenza di rivestire un ruolo educativo determinante nella società.

La varietà dei temi affrontati si pone, tuttavia, in una continuità formativa tesa a mettere in primo piano un programma di educazione socio-etico-affettiva immediatamente fruibile da parte di docenti impegnati nel favorire processi di “cittadinanza attiva e virtuosa”, oltre che processi d’inclusione e competenze trasversali per le alunne e gli alunni delle nostre scuole.

Il quadro teorico in cui leggere la tematica delle competenze etiche necessarie per attivare processi di inclusione e socializzazione secondaria a partire dalla scuole s’inserisce in un preciso profilo antropologico, tratteggiato in maniera puntuale da Fabio Pompeo Mancini, docente a contratto di Pedagogia sociale presso la L.U.M.S.A. a Taranto e di Didattica generale presso la Facoltà Teologica Pugliese. Tale prospettiva antropologica, entro cui l’essere umano è collocato, si presenta abbastanza critica nei confronti di quella deriva individualistica che è il precipitato specifico di una concezione dell’umano debitrice di categorie soggettivistiche postmoderne di ordine prevalentemente economico e psicologico, circostanze che hanno sfilacciato la radicale dimensione politica e sociale del vivere nella collettività.

Se, dunque, i contributi del teologo Pasquale Rubini, docente di filosofia e teologia presso la Facoltà Teologica Pugliese, sono incentrati sulla necessità, che è di natura tanto epistemologica quanto antropologica, di ripensare l’essere umano in generale, al fine di permettere a ciascun soggetto di ritrovare un quadro concettuale e lessicale significativo entro il quale poter leggere e narrare la propria identità personale, con Annalisa Caputo, professoressa di Ermeneutica filosofica e Didattica della filosofia presso il Dipartimento di Studi umanistici dell’Università degli Studi di Bari, si coglie il tenore filosofico delle pratiche riflessive che insistono sui concetti di relazione, alterità, reciprocità, da cui emergono istanze fenomenologiche ed ermeneutiche utilissime per poter decostruire in tutte le situazioni educative pregiudizi e preclusioni dell’alterità.

Di carattere più psicologico, invece, è il contributo di Emiliano Lambiase, psicologo-psicoterapeuta, coordinatore dell’Istituto di Terapia Cognitivo-Interpersonale A.T. Beck di Roma, e Sara Del Pinto, psicologa e psicoterapeuta, i quali hanno mostrato la vivida connessione esistente tra l’affettività e la sessualità, da un lato, e l’istanza etica, dall’altro, all’interno di uno schema progettuale che potrebbe adeguatamente ed autenticamente direzionare e integrare le prime in funzione della produzione di valori.

Costituisce la cornice e al tempo stesso l’ossatura centrale di questo lavoro, che, non bisogna dimenticarlo, è destinato ai docenti e alle docenti delle scuole italiane che hanno a cuore i processi di formazione eticamente orientati, la prospettiva della pedagogia dell’inclusione, sulla quale insiste sia dal punto di vista teorico sia dal punto di vista pratico Viviana De Angelis, assegnista di ricerca presso il Dipartimento ForPsiCom dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. La collocazione storica della pedagogia dell’inclusione all’interno, ma anche al fianco, del quadro epistemologico specifico della pedagogia generale permette di tratteggiare con toni decisi quelle le sono le coordinate di tutti i processi di formazione che puntano alla perfettibilità dell’essere umano, al di là di mere letture riduzionistiche di carattere biologico legate alla semantica privativa del deficit.

E proprio sulla scia di questa considerazione in cui è tenuta la pedagogia dell’inclusione si muovono gli ultimi due contributi, i quali prendono letteralmente corpo all’interno della scuola, infatti da un lato Viviana De Angelis declina quelli che potrebbero essere definiti gli strumenti nelle mani dei docenti per tracciare sentieri di perfettibilità dell’essere umano in relazione ad un caso concreto di Sindrome di Asperger, ancora un enigma irrisolto per la scienza, ma non per la pratica didattica, dall’altro Michele Lucivero, docente di sostegno e Dottore di ricerca in “Etica a Antropologia. Storia e Fondazione” presso l’Università del Salento, tende a sottolineare quali potrebbero essere le direttrici concrete lungo le quali è possibile mettere in atto un’arte di essere umani nella scuola italiana, la quale, in teoria, presenterebbe uno dei quadri più avanzati in relazione alle prassi inclusive e interculturali tra tutti i paesi europei. Se, da un lato, il primo passo potrebbe essere quello di formare adeguatamente tutto il personale scolastico, non solo i docenti di sostegno, sullo slittamento teorico e semantico legato alla legislazione nazionale e internazionale inerente all’inclusione e all’intercultura, dall’altro non si può non insistere sul livello di consapevolezza etica e valoriale con il quale tutti i decenti e le docenti entrano nella relazione educativa in una scuola, come quella italiana, che è, secondo la nostra Costituzione, laica, pluralistica, democratica e anche inclusiva.

Ne emerge, alla fine, un quadro in cui la scuola attuale, che chiama tutte le soggettività a esprimere e liberare le proprie potenzialità, mostra in maniera palese la sua complessità, che non implica necessariamente l’emergenza di difficoltà, ma esprime, così come suggerisce l’etimologia, la circostanza di essere cum-plexa, “tessuta insieme”, caratterizzata non dalla stratificazione, ma dall’integrazione e dall’interdipendenza delle capabilities di tutti gli attori sociali.

A scuola di umanità. Teorie e pratiche educative a cura di Giuseppe Elia, Progedit, Bari 2021.


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a cura di Michele Lucivero

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