Mamma MIA, che… inclusione!

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MIA, la Misura di Inclusione Attiva
MIA, la Misura di Inclusione Attiva

Addio al Reddito di Cittadinanza, arriva MIA, la Misura di Inclusione Attiva! Cosa vogliano includervi e dove, ve lo lascio immaginare. Ecco come funzionerà. La nuova misura, oltre a tagliare di brutto i fondi previsti per il reddito, divide i percettori in occupabili e non occupabili. A questi ultimi (in sostanza disabili ed ultrasessantenni) andranno 500 euro mensili, oltre 50 euro per ogni figlio a carico. Sarà invece azzerato il contributo per l’affitto, che prima arrivava a 280 euro.

Agli occupabili riduzione del sussidio a 375 euro mensili e l’obbligo di lavorare, indipendentemente dalla congruità dell’offerta e (pare) anche dalla collocazione geografica. Tipo che se devi trasferirti a 300 km di distanza per 600 euro al mese, o accetti, o perdi il sussidio.
Il tutto verrà gestito non più dai centri per l’impiego, ma dalle società private di intermediazione per il lavoro, che ovviamente prenderanno la loro bella commissione.
Non è finita: la MIA è a tempo. Scade. Praticamente è precaria. Se sei occupabile, hai 12 mesi per stare sul divano, gozzovigliando con i ricchi proventi del sussidio, dopodiché non ne hai più diritto, che tu abbia trovato lavoro o meno.
Ma la cosa più esilarante è che la MIA è a termine anche per i non occupabili. 18 mesi in questo caso, al termine dei quali hai le seguenti opzioni: O magicamente torni ad essere occupabile (che so, ti ricrescono le braccia…), o sbanchi al gratta&vinci, o diventi parlamentare, o muori. Ti mandano a casa direttamente Marco Cappato per porre fine alle tue sofferenze.
Se avete un vago sentore di iniquità, è soltanto perché vi siete abituati male in questi anni, ma finalmente questo governo torna a ristabilire il corretto ordine sociale: l’ombrello di Altan, per intenderci.