Nomine Abi, blitz di Carlo Messina (Intesa Sanpaolo)

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I giochi per le nomine per il prossimo biennio dell’Abi, l’ultimo per Antonio Patuelli (al terzo mandato triennale) che verrà riconfermato il 10 luglio, ripropongono l’antica spaccatura che attraversa l’Associazione bancaria italiana (Abi) fin dalle sue origini: banche grandi contro banche piccole. Una frattura (in primis, da cause industriali) che questa volta si è consumata – con una vittoria del primo fronte capitanato da Intesa Sanpaolo e dal suo amministratore delegato Carlo Messina – sulla nomina del banchiere che dovrà giocare – seduto dall’altra parte del tavolo contrattuale avendo di fronte i sindacati di categoria – la complessa partita dei rinnovi.
Facciamo un passo indietro. Pare che chi abbia portato avanti la discussione per Patuelli all’interno dell’Abi sulla composizione del nuovo Comitato esecutivo e sulla squadra delle quattro vicepresidenze sia stato l’ambizioso Camillo Venesio, amministratore delegato di Banca del Piemonte e rappresentate degli istituti di piccole dimensioni. Fronte che fino all’ultimo, si vocifera, ha cercato di piazzare alla guida del Casl, il Comitato per gli affari sindacali e del lavoro, Paolo Cornetta, il capo del personale di UniCredit. Piazza Gae Aulenti è sì la più internazionale delle banche italiane (con tanto di status di Sifi), ma è meno grande di Banca Intesa, sia in termini di capitalizzazione di mercato sia in termini di presenza sul territorio italiano.
Dopo aver piazzato più volte nel recente passato un proprio top manager a regolare direttamente le relazioni industriali per tutto il credito tricolore (vedi Francesco Micheli ed Eliano Omar Lodesani), questa volta Ca’ de Sass ha dovuto rinunciare alle proprie velleità, dopo aver ottenuto con Gian Maria Gros Pietro, torinese come Venesio e presidente di Intesa, la vicepresidenza vicaria della stessa Abi. Un giro di poltrone che di fatto ha escluso una candidatura della prima banca italiana alla presidenza del Casl (che di diritto siede anche nel parlamentino dell’Abi).
Secondo le voci che arrivano da Palazzo Altieri e raccolte da Affaritaliani.it, pare che però ancora una volta Intesa-Sanpaolo abbia giocato un ruolo determinante nella partita delle nomine: sembra infatti che sia stato l’attuale Chief operating officer del gruppo, Rosario Strano, uomo di grande fiducia di Messina, a scongiurare con un blitz in Zona Cesarini la designazione di Cornetta proponendo in alternativa al capo di Intesa il nome di Salvatore Poloni, codirettore generale di BancoBpm ma con un passato in Ca’ de Sass. Un top-manager che Strano conosce molto bene per averci lavorato a stretto contatto e con cui c’è un’identità di vedute sui temi delle relazioni industriali. Così, forte dei numeri che vanta sul territorio nazionale (circa 67.400 dipendenti), Messina ha perorato a Patuelli la nomina al Casl del capo delle risorse umane della terza banca italiana, mettendo di fatto la propria bandierina sul comitato.
di Andrea Deugeni, da AffariItaliani.it