Operatori sanitari lasciano la professione: l’analisi di Nursing Up sul fenomeno che interessa tutta l’Europa

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Sempre più operatori sanitari decidono di abbandonare la professione, non solo per una valorizzazione economica che viaggia al rallentatore, ma anche per una condizione di disagio psicologico.

Lo riferisce Nursing Up, sindacato degli infermieri più volte intervenuto su questo specifico argomento nelle scorse settimane (leggi qui).

“Centinaia di infermieri, negli ultimi mesi, nel nostro Paese, hanno deciso di abbandonare la professione con dimissioni irrevocabili. I numeri parlano chiaro e sono confortati da numerosi e autorevoli studi, che confermano addirittura come a livello europeo il trend negativo è destinato pericolosamente a peggiorare.

Il 34,4% dei professionisti prevede addirittura di lasciare il posto di lavoro ad un anno dall’assunzione e il 43,8%, nella migliore delle ipotesi, invia una richiesta di trasferimento, chiedendo di lavorare in reparti dove lo stress traumatico possa avere un impatto meno invasivo sulla propria vita personale”.

Di conseguenza, nel caso particolare dell’italia, i pronto soccorso si svuotano di infermieri.

“Chiediamoci – prosegue Nursing Up -, se è davvero soltanto responsabilità di una valorizzazione economica che tarda ad arrivare, con una media di stipendio, comprensiva di premialità e straordinari, indicata dalla Ragioneria dello Stato in poco più di 1700 euro mensili, che deve gioco forza risuonare, alla luce dell’inflazione record e del mutato costo della vita, in un pericoloso campanello di allarme. Certamente non è solo una questione di soldi.

A livello europeo il fenomeno, secondo gli esperti, ha un nome ben preciso, e si chiama Great Resignation: investe diversi settori del mondo lavorativo, ma più di tutti a pagare dazio è la sanità”.