Paolo Scaroni al comando del Milan, Il Gazzettino: un vicentino alla guida del club, ponte tra Silvio e il futuro

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Il 27, per un tifoso milanista, è il numero di Serginho, autore di uno dei rigori nella finale di Manchester contro la Juventus. Oppure Prince Boateng, che ha festeggiato lo scudetto di Max Allegri l’ultimo per chi non si chiama Juve – ballando il “Moonwalk” come Michael Jackson. Ma la cifra rappresenterà anche Paolo Mario Scaroni, ventisettesimo presidente nei quasi 120 anni di storia del club. «Grandissimo onore, sono milanista e molto felice di essere qui» ha detto ieri, nove mesi dopo aver dichiarato di essere «tifoso del Vicenza». 

Curioso, forse, ma in un periodo buio, tra cinesi svaniti nel nulla e il rischio di perdere le Coppe europee e i pezzi pregiati, la fede del nuovo presidente – a cui Elliott si è affidato ma che non avrà incarichi a livello tecnico-sportivo – non è il primo pensiero. E la frase dell’autunno scorso era rafforzata dal biennio vissuto da Scaroni alla presidenza del club della città d’origine: in quel 1997-99 il Vicenza, reduce dalla gioia della Coppa Italia vinta, visse l’orgoglio della semifinale di Coppa delle Coppe contro il Chelsea, ma anche lo sconforto della retrocessione. Settantuno anni, sposato e con tre figli, Scaroni vive l’incarico mediaticamente più in vista in un’eccellente carriera manageriale, in particolare nel settore bancario. Il dirigente vicentino rappresenta un ponte tra il Milan del trentennio berlusconiano e quello del futuro, senza contare che nel mezzo ha fatto parte anche del consiglio d’amministrazione della fugace era targata Yonghong Li, che iniziò con il rocambolesco 2-2 nel derby con la rete di Cristian Zapata al 97′. L’era-Elliott è iniziata con un altro gol nel recupero, la riammissione in Europa League. Nemmeno ventiquattro ore dopo, Scaroni è stato nominato presidente (e amministratore delegato ad interim) del Milan, ruolo che aveva già ricoperto tra il 2002 e il 2014 nell’Enel, nominato dal secondo governo-Berlusconi, e grazie ai risultati ottenuti l’incarico si è raddoppiato con la nomina al vertice dell’Eni. Il percorso con Enel testimonia la solidità dei rapporti tra Scaroni e Berlusconi, che aveva ceduto al vicentino un pacchetto di azioni del Milan prima di venderlo ai cinesi.

MOMENTI DIFFICILI

Tuttavia l’ingresso del manager veneto nell’ambito rossonero è arrivato attraverso la vicepresidenza di Rothschild, l’advisor che aveva curato il passaggio del club a Yonghong Li, grazie al finanziamento dell’hedge fund Elliott. La nomina di ieri arriva all’apice di 45 anni di carriera, trascorsi non senza qualche momento difficile: nell’ambito di Mani Pulite patteggiò un anno e quattro mesi per tangenti legate ad appalti Enel. «In un Paese in cui gli affari e il governo erano così strettamente intrecciati, dove le istituzioni erano controllate dai politici, era possibile comportarsi in modo diverso?» disse anni dopo. Una carriera ricca di esperienze anche negli Stati Uniti (dove conseguì un master alla Columbia University, la stessa in cui si laureò Luca Cordero di Montezemolo), Inghilterra e Francia, dove Scaroni è stato nominato Ufficiale dell’Ordine della Legion d’Onore. Ora Scaroni varcherà i confini italiani grazie al Milan, a cui è stata restituita l’Europa League, ma il vero obiettivo si chiama Champions.

di Loris Drudi da Il Gazzettino