Processo BPVi, “Golia” Ambrosetti contro “Davide” Vettore: processo mediatico, no ma vittoria di Pirro. Golia si contraddice su giustizia patologica?

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Di commenti alle pene richieste dall'accusa del processo BPVi (qui tutte le udienze) ne sentiremo tanti in questi giorni quando magari le tv e i giornali nazionali, che lo hanno completamente snobbato per oltre due anni nonostante la tragedia di 118.000 risparmiatori-soci azzerati non solo in Veneto ma in tutta l'Italia, lo riscopriranno per la notizia che fanno sicuramente i 10 anni richiesti per il deus ex machina della ex Popolare (che Gianni Zonin ne fosse per la "storia" il padre padrone è innegabile a prescindere che il collegio giudicante lo giudichi colpevole o innocente) e per le altre pene (8 anni e 6 mesi per Giustini, 8 anni e 2 mesi per Zigliotto, Pellegrini e Marin, 300.000 € per BPVi).

Li raccoglieremo, se incessanti, anche noi ma oggi, a pene appena richieste (un totale di 43 anni per 5 imputati oltre agli spiccioli di 300.000 euro "chiesti" alla BPVi in Lca come responsabile amministrativo) abbiamo ascoltato a caldo Enrico Ambrosetti, difensore di Gianni Zonin, e Michele Vettore, uno dei legali della parti civili private, alias i risparmiatori - soci azzerati, di sicuro tra i pochissimi sempre presente in aula.

Ne nasce una sorta di confronto tra Golia e Davide, col primo a denunciare richieste di pena da "processo mediatico" (in assenza di... media nazionali) e il secondo a condividerle ma a definirle subito una vittoria di Pirro, perché di danni liquidabili, in caso di condanna degli imputati, le vittime delle BPVi, non ne troveranno vista l'incapienza degli imputati.

Curioso, perdonateci la divagazione personale mentre vi rimandiamo al video che molto di più "registra", che l'avv. Ambrosetti, per argomentare sulle "richieste" da deformazione patologica della giustizia italiana in salsa vicentina (per la verità "cascando" da Golia in una domanda, sinceramente spontanea ma rivelatasi provocatoria, del sottoscritto Davide) evidenzia che se il danno in capo alla "responsabile" BPVi è stato quantizzato dal pm Salvadori in soli 300.000 euro la condanna a 10 anni di reclusione dell'ex presidente appare evidentemente spropositata.

Peccato che il legale non commentò così la mia condanna (ovviamente appellata) da parte di Matteo Mantovani (il giudice ora Gip che ha rinviato la decisione sul rinvio a giudizio per bancarotta dell'ex presidente della BPVi e degli altri imputati in un nuovo procedimento) che quantizzò in 2.500 euro il danno subito da suo cliente e nostro querelante (Zonin) associandolo a una condanna a ben 8 mesi di reclusione per aver riferito (in maniera evidentemente sgradevole) di un rapporto su di lui della Guardia di Finanza sulla questione della Fondazione Roi...

Ma, si sa, la giustizia italiana, e quella vicentina ne è l'immagine provinciale, è patologica a giorni (e imputati) alterni.

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