Procreazione assistita, in Veneto nasce la Rete istituita dalla Giunta regionale

299
Procreazione Assistita veneto
Procreazione Assistita

Nasce la Rete per la Procreazione assistita in Veneto grazie a una delibera della Giunta regionale su proposta dall’Assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin. Il nome del nuovo organismo sanitario è Rete Regionale per la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), e sarà strutturata sul territorio in Centri Hub Regionali, Centri Hub, Centri Spoke e Ambulatori di prossimità. 

“Con questo provvedimento – dice la Lanzarin – puntiamo a migliorare ulteriormente la qualità e la sicurezza dei percorsi assistenziali per la prevenzione e cura dell’infertilità. E’ una rete articolata e improntata all’efficienza e alla diffusione sul territorio che la sanità veneta offre a tante coppie che soffrono, anche con implicazioni psicologiche importanti sia per la donna che per l’uomo.

Saranno fornite risposte qualificate – prosegue l’assessore alla Sanità – per la tutela della fertilità, anche con interventi di prevenzione e diagnosi precoce per curare le malattie dell’apparato riproduttivo e ripristinare la fertilità naturale o adottare l’approccio più corretto per poter ottenere la gravidanza. E’ fondamentale intervenire tempestivamente su entrambi i partner, non solo con una diagnosi precoce, ma anche con un progetto per promuovere la consapevolezza sulla salute riproduttiva e, a chi lo richieda, garantisca uno screening sulla capacità riproduttiva”.

La Procreazione medicalmente assistita o anche “fecondazione artificiale”, è – spiega il Ministero della Salute – l’insieme delle tecniche utilizzate per aiutare il concepimento in tutte le coppie, nei casi in cui il concepimento spontaneo è impossibile o estremamente remoto e nei casi in cui altri interventi farmacologici e/o chirurgici siano inadeguati.

Ecco come s strutturerà la rete per la Procreazione assistita in Veneto. “L’ossatura della rete – rivela la Lanzarin – si compone delle strutture pubbliche e private accreditate operanti nel territorio e tra loro interconnesse. Nel rispetto del modello delineato con l’ultimo piano socio sanitario, il sistema è caratterizzato da centri hub and spoke.

I Centri di medicina della Riproduzione (HUB regionali) sono individuati nelle Aziende ospedaliere universitarie di Padova e Verona, che sono in grado di fornire tutte le prestazioni medico-chirurgiche, comprese le tecniche più evolute anche attraverso collegamenti funzionali. I Centri di PMA (Hub) sono i seguenti: ULSS 1- Pieve di Cadore; ULSS 2 – Conegliano; ULSS 2-Oderzo; ULSS 5 –Trecenta; ULSS 6 –Cittadella; ULSS 7 -Santorso. I centri di PMA di primo LIVELLO (centri SPOKE) sono i seguenti: ULSS 1 (Osp. di Feltre); ULSS 2 (Osp. di Castelfranco); ULSS 3 (Osp. di Dolo); ULSS 4 (Osp. di Portogruaro); ULSS 9 (Osp. Sacro Cuore Don Calabria).

Gli Ambulatori di prossimità – prosegue l’assessore veneto – sono individuati sia nelle strutture pubbliche e private accreditate con competenze multidisciplinari, che fanno riferimento ai centri hub prossimi territorialmente. Ciascuna ULSS può individuare le strutture pubbliche e accreditate appropriate. 

Il ruolo dei centri HUB è quello di seguire tutto il percorso dell’infertilità di coppia nonché le tecniche di livello I (specialistica ambulatoriale), II (chirurgia ambulatoriale) e III (chirurgia con ricovero) omologhe ed eterologhe.

Nella delibera istitutiva della Rete, vengono indicati in dettaglio anche i criteri di inclusione ed esclusione alle tecniche di PMA. La delibera di istituzione della Rete Veneta per la PMA prevede inoltre l’istituzione di una Cabina di Regia con il compito di verificare la qualità, la sicurezza e l’appropriatezza degli interventi assistenziali di PMA. Avrà durata triennale, rinnovabili e sarà composta da: Direttore programmazione sanitaria regionale o suo delegato; 3 ginecologi con almeno 5 anni esperienza in Medicina della Riproduzione; 1 Biologo embriologo con almeno 2 anni esperienza nel settore; 1 ostetrica/infermiera”.