Rendiconto regionale approvato dal Consiglio. Camani (Pd): “Ripagati i debiti”. Baldin (M5S): “Altri 6 milioni ‘fumati’ dalla finanza creativa”

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Legge di stabilità pro loco veneto

Sul Rendiconto generale della Regione per l’esercizio finanziario 2022, approvato ieri dal Consiglio regionale veneto, sono negativi i giudizi della capogruppo del Partito Democratico, Vanessa Camani ed Erika Baldin, presidente del gruppo consiliare del MoVimento 5 Stelle.

“I numeri che emergono da questo Rendiconto 2022 sono eloquenti: sebbene il risultato di amministrazione sia positivo per 1,7 miliardi, queste risorse, invece che essere investite nei bisogni dei cittadini veneti, vengono impiegate esclusivamente per ripagare i debiti degli anni precedenti”.

“La Giunta regionale – aggiunge la consigliera Camani – si concentra da anni nel risparmio in spesa corrente e nell’assenza di investimento in spesa capitale, ma si dimentica delle necessità dei cittadini. E’ bene ricordare che l’anno 2022 è stato caratterizzato da pesanti conseguenze economiche e sociali conseguenti la pandemia. A ciò si è aggiunto il peso del conflitto ucraino. E’ evidente che l’impostazione di politica di bilancio va rivista se davvero si vuole rispondere alle urgenze che sul fronte della sanità quanto nel sociale sono sotto gli occhi di tutti”, conclude Camani.

La maggioranza di Zaia – afferma Baldin – ha bocciato in Consiglio regionale i miei ordini del giorno al Rendiconto 2022, con i quali chiedevo alla Regione di affrontare le problematiche relative agli strumenti finanziari derivati e ai ritardi nei pagamenti alle imprese”.

“La prima questione, quella dei derivati, si trascina da anni. Nel 2022, altri 5 milioni e 954 mila euro sono stati sottratti al bilancio regionale, poiché assorbiti dalla spesa per interesse relativa ai collar sottoscritti dalla Regione tra il 2003 e il 2005: gli anni d’oro della ‘finanza creativa’ dell’ex ministro delle Finanze Giulio Tremonti, che invitava gli enti locali a investire in prodotti finanziar. Con il mio ordine del giorno, – spiega Baldin – avevo proposto alla Regione di attivare un’interlocuzione con il Governo per modificare l’attuale disciplina, palesemente sbilanciata in favore del sistema bancario, in modo da permettere alla Regione di rinegoziare i derivati. In questo modo si risparmierebbero somme per incrementare i fondi a favore del welfare regionale”.

“Il secondo punto – aggiunge Baldin – riguarda invece l’importo dei pagamenti effettuati dalla Regione dopo la scadenza dei termini contrattuali: un importo che dal 2018 al 2021 era sceso dai 55 milioni e 94 mila euro a 14 milioni e 432 mila euro, per poi schizzare a 21 milioni e 992 mila euro nel 2022: una repentina inversione di tendenza, con un incremento del 52%, assolutamente inaccettabile nell’attuale congiuntura economica. Famiglie e imprese sono travolte dall’inflazione, la Regione dovrebbe sostenere il sistema economico garantendo la puntualità dei pagamenti! Anche questo secondo ordine del giorno, tuttavia, è stato bocciato dalla maggioranza di Zaia.

Spiace constatare che la Regione preferisca continuare a regalare milioni di euro alle banche e, al tempo stesso, dimostri poca attenzione verso le imprese del territorio”, conclude Baldin.