Il sistema giudiziario italiano secondo Meritocrazia Italia fa quotidianamente i conti con palesi disservizi, inefficienze, ingiustizie, inaccettabili farraginosità, complicazioni procedurali, inutili lungaggini, gravi carenze di personale e di risorse economiche destinate al settore. Tutto questo compromette, di fatto, l’accesso a quella giustizia sostanziale che dovrebbe rappresentare il punto di riequilibrio del sistema e la garanzia della presenza dello Stato a sostegno dei diritti dei singoli. Non ha torto l’Unione europea nel giudicare i ritardi della macchina giudiziaria incompatibili con quei principi che dovrebbero fondare uno Stato di diritto e che sono alla base anche della solidarietà europea del Next Generation EU. È pacifico che la capacità di garantire adeguata e tempestiva effettività ai diritti dei cittadini rappresenti un valore assoluto da salvaguardare, al pari di ogni altro fattore di crescita e di sviluppo, e che anche il livello di attrattività di investimenti di capitali esteri è fortemente condizionato dalla efficacia con cui il Paese organizza il proprio apparato giudiziario.
Mossa dal consueto spirito costruttivo, Meritocrazia Italia ha voluto dare il suo contributo e ha sottoposto all’attenzione delle Istituzioni alcune proposte di riforma normativa per la ristrutturazione del sistema Giustizia in ogni ambito, al proposito ultimo di assicurare reale tutela ai diritti fondamentali, un’equa distribuzione delle opportunità e la libertà d’espressione delle personalità.
Tra le tante proposte, – la semplificazione in termini di riparto di giurisdizione e di agevole individuazione del giudice naturale, con istituzione di un Ufficio filtro a composizione mista per la verifica preventiva della giurisdizione, soppressione dei Tribunali regionali e superiori delle acque pubbliche e delle sezioni specializzate agrarie, e riparto di giurisdizione nelle concessioni di beni; – la modifica radicale del modello di procedimento sommario di cognizione in essere e la previsione di un rito ordinario unico (ad esclusione dei procedimenti attualmente assoggettati al rito del lavoro), con inserimento di un meccanismo di cauzione processuale per tutte quelle situazioni in cui determinate circostanze richiedono una particolare cautela per la tutela del soddisfacimento del credito;
– il contenimento delle barriere economiche all’accesso alla giustizia, con revisione dei costi previsti per il contributo unificato, e soppressione, in ambito penale, dell’obbligo di anticipo delle spese di giustizia per l’accesso ai fascicoli; – la realizzazione di una piattaforma unica in grado di supportare PCT, PAT, PPT e PTT, sì da snellire e facilitare la predisposizione e il deposito degli atti telematici, l’accesso ai fascicoli e la visualizzazione dei provvedimenti;
– per assicurare dignità all’esercizio della professione forense, la rivisitazione del sistema dei parametri forensi, con reinserimento dei minimi tariffari in estensione dell’obbligo all’equo compenso a tutti i settori e comparti, – la riorganizzazione normativa delle procedure di media-conciliazione e negoziazione assistita; – la ridefinizione dei modelli di giustizia tributaria, da esercitarsi in maniera autonoma e indipendente su tutto il territorio nazionale, con l’istituzione di Tribunali e Corti d’Appello tributari e una sezione tributaria in Cassazione; – la riforma del CSM, specie in punto di composizione e attività, secondo i valori del Merito, Competenza ed Equità e con superamento delle logiche correntizie interne e divieto di assunzione di incarichi politici per i magistrati fuori ruolo; – il riconoscimento del valore costituzionale del principio dell’‘oltre ogni ragionevole dubbio’, con modifica dell’art. 111 cost.; – in materia penale, la modifica delle disposizioni in tema di abuso d’ufficio, intercettazioni, sequestro conservativo e carcere ostativo. – riduzione del costo dei contributi unificati anche in materia di appalti pubblici; Costruiamo insieme un Paese civile iniziando da una Giustizia senza schemi o schermi.