Russi in fuga dalla chiamata alle armi, la minoranza del Consiglio regionale Veneto chiede di accoglierli

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Accogliere i cittadini russi che in questi giorni stanno fuggendo dal proprio Paese a causa della mobilitazione dei riservisti annunciata da Putin. È la richiesta mossa alla Giunta della Regione Veneto da alcuni consiglieri di minoranza in consiglio e che ricalca una iniziativa analoga del Psi di Vicenza risalente a qualche giorno fa (leggi qui).

In questo senso, i consiglieri regionali Cristina Guarda (EV), Erika Baldin (M5S), Arturo Lorenzoni (GM), Elena Ostanel (VcV), Giacomo Possamai, Anna Maria Bigon, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni e Francesca Zottis (PD) hanno presentato una risoluzione in Consiglio regionale.

“Lo scorso febbraio – spiegano i consiglieri di minoranza – il consiglio regionale ha approvato una risoluzione che condannava esplicitamente la aggressione russa all’Ucraina, auspicando inoltre l’impegno della Giunta regionale nell’approntare misure di accoglienza per far fronte all’emergenza umanitaria dei profughi di guerra.

Lo scorso 21 settembre il presidente russo, Vladimir Putin, minacciando nuovamente un’azione militare che include il ricorso alle armi nucleari, ha ordinato la mobilitazione dei riservisti per il fronte ucraino.

Tale provvedimento ha suscitato sdegno e forti reazioni da parte di molti in Russia, tanto che non pochi cittadini hanno cercato di raggiungere le frontiere al fine di sottrarsi a un conflitto che evidentemente non condividono. Il Codice europeo dei visti consente ai ciascun Paese comunitario di rilasciare visti a territorialità limitata per motivi umanitari”.

Concludono i Consiglieri regionali: “E’ necessario affinare tutti gli strumenti diplomatici utili a risolvere pacificamente questo conflitto, ma nel frattempo urge garantire ai cittadini russi il diritto di sottrarsi a un conflitto che è frutto dell’atteggiamento dispotico di un presidente solo al comando.

Per questo chiediamo alla Giunta di attivarsi affinché il nuovo Governo sappia fornire la giusta accoglienza a chi fugge dalla mobilitazione militare in Russia, così come è avvenuto nei confronti dei cittadini ucraini fuggiti dai bombardamenti. I cittadini russi vengono sempre più trattati come sudditi e carne da cannone, accoglierli significa sottrarre forza a questo conflitto e salvare vite da un massacro certo”.