Prostituzione, Raffaele Colombara: sei quesiti al sindaco di Vicenza (con proposte) sul tema

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Prostituzione in strada
Prostituzione in strada

Prostituzione. Argomento delicato. Aldilà dei risvolti ideologici – scrive il consigliere di Quartieri al Centro Raffaele Colombara nella sua interrogazione – e del lato umano e sociale che le esasperazioni del fenomeno tendono a far passare in secondo ordine, ritengo ci siano degli aspetti concreti sui quali un’amministrazione possa impegnarsi.

Ho presentato un documento (sotto) nel quale individuo sei azioni concrete che l’amministrazione comunale può mettere in campo per provare a dare risposte efficaci ad un problema complesso ed a richieste e segnalazioni che vengono direttamente dai cittadini.

L’attuale amministrazione Rucco, dopo un anno di promesse non mantenute a detta degli stessi residenti (che solo un mese fa hanno presentato un esposto), rilancia affermando di voler incrementare il numero dei controlli.

Se si limita a questo, a mio avviso, rischia solo un inutile spreco di pattuglie e uomini, confermando una mancanza di strategia sulla questione e dimostra di non aver capito che servono invece azioni più mirate e puntuali: quelle che sono nelle reali possibilità di un’amministrazione comunale alle prese con un problema che è demagogico promettere di risolvere, ma sul quale, invece, si può realisticamente agire per controllarlo e contenerlo.

– Indagini e analisi incrociate dei dati sugli sfruttatori e sui proprietari di appartamenti;
– controlli in borghese, anche in orari diversi da quelli serali;
– utilizzo di verbali e multe in maniera propria: servono per la segnalazione al fine del Daspo e soprattutto dell’espulsione; si possono riscuotere anche sulle proprietà all’estero ed ottenere così un reale effetto deterrente;
– apertura alla viabilità di aree ancora chiuse e divenute naturale ricettacolo della prostituzione su strada; modifica temporanea della viabilità;
– miglior illuminazione ed utilizzo delle telecamere: i residenti dell’area ne hanno donate tre, “ma l’iter per l’attivazione è appesantito dalla burocrazia”, lamentano.

Si sono date soluzioni a queste alle altre soluzioni proposte? Altrimenti, è assolutamente inutile anche solo parlare, per esempio, di “controllo di vicinato”!

Il documento

Prostituzione nell’area del Cavalcavia Ferretto de Ferretti, in viale Verona. E, più in generale, in città.

Programma #Ruccosindaco, punto 1.2.6. “Intensificare la presenza e gli interventi delle forze dell’ordine per contrastare il fenomeno della prostituzione”…

A distanza di un anno, sei domande specifiche al Sindaco (con proposte) sulla gestione di un fenomeno che, malgrado le promesse e le dichiarazioni (e la diminuzione delle sanzioni fatte), non è per nulla diminuito, ma, anzi, ha spinto i cittadini a protestare!

CONTROLLI AMMINISTRATIVI

Invece che fare verbali mai pagati a tossicodipendenti e senza fissa dimora, e far girare a vuoto le pattuglie della polizia locale, impiegandole spesso in compiti non loro, perché non si dà avvio a una efficace azione amministrativa per individuare i soggetti coinvolti, come per esempio coloro che sfruttano o i proprietari degli appartamenti dove viene esercitata la prostituzione, per segnalarli e perseguirli? Tutti sanno, ed è stato più volte ed anche ufficialmente segnalato, che la prostituzione si svolge in alcuni appartamenti dell’area. Tutti sanno che la prostituzione non è direttamente perseguibile, ma lo è lo sfruttamento: l’amministrazione ha in mano  competenze e strumenti per farlo; molte le fattispecie di reato che possono essere ravvisate, e punite, con le responsabilità connesse anche per chi sfrutta.

CONTROLLI SU STRADA

Oltre che quelli amministrativi, sono importanti i controlli su strada.

Per la loro effettiva efficacia è però importante il modo in cui sono fatti.

Sicuramente può risultare utile l’intensificazione dei passaggi delle pattuglie e delle auto con lampeggianti, ma troppe volte questo si risolve in un preventivo fuggi fuggi generale: il territorio è controllato dai protettori, così come dagli spacciatori.

Perché non dirottare le scarse risorse su pattuglie in borghese? Perché non investire in controlli pianificati e a sorpresa? Perché non anche degli appartamenti, in altri momenti della giornata?

ZONA ROSSA, DASPO ED ESPULSIONI

Le procedure di DASPO urbano sono legate anche all’individuazione di aree “difficili” della città.

Bene. Allora, perché il sindaco Rucco dichiara di voler togliere la zona rossa (e pure le multe)? Siamo d’accordo che non basta una linea rossa “tracciata” sulla mappa della città per debellare il fenomeno della prostituzione. Ma la zona rossa, o comunque la si voglia definire, risulta inefficace se non se ne sanno sfruttare le potenzialità: multare una prostituta in un’area dichiarata “difficile” serve anche per segnalarla come tale (e portare avanti, per esempio, le azioni amministrative del primo punto); altrimenti, su quale base viene giustificata una segnalazione per il DASPO?

Inoltre, aldilà del DASPO, e ben più forte, c’è la procedura di espulsione.

Anche qui sono importanti le sanzioni. In questo caso, infatti, l’unico strumento in mano al Comune sono i verbali e le multe staccate nel tempo e attraverso le quali i soggetti vengono segnalati alla Questura, titolare della procedura di espulsione.

La normativa sugli stranieri prevede la possibilità di espellere anche i cittadini comunitari per ragioni di sicurezza e ordine pubblico. Essendo le prostitute, ed i loro compagni, da tempo stabili in uno stesso luogo occupando appartamenti in affitto (ecco un’altra ragione per verificare i contratti, a chi intestati, oppure se sono in nero) e non avendo un modo ufficiale e legale di sostentamento l’amministrazione può segnalare alla Questura tali presenze per ottenere la loro espulsione.

Il Sindaco, quindi, non ritiene sia utile certificare, attraverso la produzione di verbali e multe staccati nel tempo, la presenza prolungata sul nostro territorio delle persone che esercitano la prostituzione al fine di attivare il processo di espulsione e dare corso ad attività congiunte in collaborazione con Questura?

MULTE & VERBALI

Rucco ha dichiarato alcuni giorni fa che le multe alle prostitute non servono, perché, afferma, spesso le prostitute non pagano le sanzioni “.

Forse qui, in Italia, queste persone risultano nullatenenti. Ma, se lasciamo stare le poverette buttate in mezzo ad una strada e sfruttate, che necessitano di altri tipi di intervento, in molti altri casi, invece, molte “professioniste” hanno reinvestito nei loro paesi di origine.

In questo caso i verbali possono servire, naturalmente se ben utilizzati, per rivalersi sui beni delle prostitute nei loro paesi di origine. E risultare un reale deterrente per lo sfruttamento organizzato.

In molti Comuni ciò è stato fatto con successo attraverso l’affidamento a Società di recupero crediti che come compenso percepiscono esclusivamente una percentuale a escussione avvenuta. Tanto che questo era previsto anche nel bando di gara predisposto ed indetto dalla precedente amministrazione Variati per la “Gestione dei provvedimenti relativi a violazioni delle norme del codice della strada ecc” (pubblicazione in GUCE n.083-187507 del 28/04/2018).  L’aggiudicazione definitiva è avvenuta il 27 marzo 2019, con l’attuale amministrazione.

Come mai così tanto tempo (quasi un anno) per l’aggiudicazione?

E, soprattutto, multe si o multe no?  Rucco si metta d’accordo con se stesso: davvero basta multe, ed allora cosa abbiamo fatto questa gara a fare? O le facciamo, le multe, e andiamo fino in fondo portando a casa qualche soldino, oltre a creare un reale deterrente? Al proposito, la società che si è aggiudicata il bando ha cominciato ad agire per la riscossione?

I LUOGHI

Oltre che negli appartamenti, molte delle “prestazioni” vengono offerte per strada. Lasciamo stare per un attimo le risorse già destinate dalla precedente amministrazione alla ristrutturazione dei dintorni del cavalcavia Ferretto de Ferretti e non ancora utilizzati. Altri luoghi ideali nell’area sono zone poco trafficate, ma aperte al pubblico e poco e male illuminate. In particolare, lo sono alcune traverse che partono da viale Verona passando tra i condomini e il cui sbocco sull’area del nuovo Catasto è chiuso da anni perché il cantiere non è ancora terminato; tuttavia, oggi sarebbe possibile collegare la strada per renderla trafficabile e quindi sottrarla all’utilizzo improprio. Ebbene, quali azioni sono state finora messe in campo per rendere operativa questa soluzione, già segnalata anche dai residenti?

Inoltre, via Sella è spesso usata come luogo di contrattazione dai clienti che svoltano da viale Verona: perché non invertirne il senso, anche solo per un periodo limitato, per impedirne l’utilizzo improprio?

GLI STRUMENTI

Rucco invita la polizia locale ad intensificare il controllo delle zone più nascoste.

Perché non illuminarle meglio, innanzitutto? Perché non controllarle anche con le telecamere? Al riguardo “il condominio Bucintoro ha donato tre telecamere sperando in un risultato, ma l’iter per l’attivazione è lungo, appesantito dalla burocrazia”, lamentavano i residenti poco più di un mese fa con un esposto indirizzato all’Amministrazione nel quale lamentavano il peggioramento della situazione. Si sono date soluzioni a questa e alle altre soluzioni proposte? Altrimenti, se non si comincia da qui, è assolutamente inutile anche solo parlare di “controllo di vicinato”!