Serre di Parco Querini, Ciro Asproso (Coalizione Civica per Vicenza): sul loro futuro solo scelte condivise

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Il Parco Querini – scrive nella nota che pubblichamo Ciro Asproso candidato al consiglio comunale per Coalizione Civica per Vicenza – con i suoi 122 mila mq di superficie posti nel cuore stesso della città, è uno scrigno prezioso che contiene al suo interno un patrimonio inestimabile di arte e natura. Dal 1969 è divenuto proprietà del Comune di Vicenza ed è quindi un bene collettivo da tutelare con particolare attenzione. Purtroppo, il forte carico antropico e le cure non sempre adeguate hanno aumentato gli elementi di fragilità e le zone di degrado.
Particolarmente urgente è il recupero delle Serre ottocentesche, il cui valore storico e documentario non deve andare disperso. Nel 2002, l’Associazione Civiltà del Verde (vedi nostro servizio con video) con la collaborazione di Italia Nostra ha intrapreso una serie di iniziative di sensibilizzazione per giungere ad una ricostruzione conservativa, se non di tutte le funzioni originarie, almeno della memoria storica e documentale del manufatto. Nel 2013, un progetto di recupero museale e didattico dell’arch. Emilio Alberti è stato donato all’Amministrazione comunale ed approvato dalla Soprintendenza. Nel 2016, la proposta delle Associazioni si è aggiudicata il II° posto tra gli elaborati inseriti nel Bilancio partecipativo.
In sintesi: il Comune era in possesso di un progetto preliminare non oneroso, già approvato, autorizzato dalla Soprintendenza e avallato dalla partecipazione dei cittadini. Ma nel 2017, anziché procedere con il bando di gara, si decide di cambiare tutto e ci si affida allo Studio MAP per un nuovo piano di recupero, che peraltro costa la bellezza di 170 mila euro. Per quale motivo?
La principale preoccupazione dell’Ente locale sembra essere quella di garantire la redditività futura dell’opera e del comparto bar-ristorazione, che in origine aveva una dimensione contenuta e discreta, mentre in quest’ultima versione acquisisce dei volumi assolutamente impropri in contrasto con i criteri che sovrintendono il riuso e con l’ambientazione del Parco. Acciaio a profusione per ingabbiare le Serre, abbattimento di alberature importanti verso Via Rodolfi, dimensioni eccessive che impattano con il cono visivo del tempietto. Il verbale di apertura gara è datato 23 marzo 2018, a cosa è dovuta quest’improvvisa accelerazione in scadenza di mandato?
I cittadini devono essere informati, gli esiti dell’intervento rischiano di cambiare in maniera irreversibile uno dei luoghi simbolo della nostra città, e una simile decisione non può essere appannaggio di pochi. Servono maggiore trasparenza e partecipazione.