Tunisia, il presidente si scaglia contro i migranti dell’Africa sub-sahariana

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Le politiche della Tunisia, fino a pochi anni fa considerato il più riuscito esempio di installazione della democrazia dopo le primavere arabe, stanno tornando ad accentrarsi nelle mani di un presidente che sta cambiando le regole del gioco.

Le autorità tunisine hanno arrestato centinaia di immigrati dell’Africa subsahariana dopo che il mese scorso il presidente Kais Saied ha denunciato l’immigrazione preveniente dal sud del continente e ha detto che c’era un “complotto criminale” per cambiare la composizione demografica della Tunisia.

Il 21 febbraio, Saied ha chiesto la fine dell’immigrazione clandestina, sostenendo, senza fornire prove, che “partiti” stavano ricevendo pagamenti per l’insediamento di persone dell’Africa subsahariana in Tunisia, al fine di convertire il Paese da arabo e islamico a solo africano.

Nell’ultimo anno e mezzo, Saied, eletto democraticamente nel 2019, ha smantellato il parlamento, ridotto l’indipendenza della magistratura e ha installato la propria costituzione.

I gruppi per i diritti umani e i politici dell’opposizione affermano che il presidente stia conducendo una campagna di repressione sempre più ampia per ottenere consensi politici e distogliere l’attenzione dall’aggravarsi della crisi economica in Tunisia e dalle crescenti critiche al suo governo autoritario.

Fonte: The Vision