Vaia ad Asiago: a cinque anni dal 29 ottobre 2018 la riforestazione premia la biodiversità

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I danni della tempesta Vaia
I danni della tempesta Vaia

Cinque anni dopo l’evento devastante causato dalla tempesta Vaia ad Asiago, si stanno compiendo sforzi significativi per ripristinare e preservare il patrimonio boschivo danneggiato. Sul Monte Mosciagh un laboratorio a cielo aperto dove studiano i ricercatori e gli studenti di Scienze Forestali: è il progetto Oltre Vaia, realizzato da Comune, Spettabile Reggenza dei Sette Comuni, FSC, UniPd e Treedom e che ha visto il reimpianto di 6.000 alberi di otto specie diverse.

Il progetto “Oltre Vaia” è un esempio di questi sforzi ed è stato realizzato in collaborazione tra il Comune, la Spettabile Reggenza dei Sette Comuni, FSC (Forest Stewardship Council), l’Università di Padova e Treedom. L’iniziativa ha visto il reimpianto di 6.000 alberi di otto diverse specie sulla montagna Monte Mosciagh, creando un vero e proprio laboratorio a cielo aperto.

La tempesta Vaia, avvenuta il 29 ottobre 2018, ha abbattuto milioni di alberi e causato danni estesi in quattro regioni italiane, tra cui il Veneto. Questo evento ha avuto un impatto devastante sull’ambiente, sulle comunità locali e sull’economia. La tempesta ha lasciato dietro di sé una serie di sfide ambientali ed economiche.

Da un lato, il lavoro per rimuovere gli alberi abbattuti dai boschi indeboliti non è riuscito a prevenire la diffusione del bostrico tipografo, un coleottero che ha causato la morte di molte piante deboli. In alcune aree colpite dalla tempesta Vaia e dal bostrico, si è registrata una perdita del patrimonio boschivo che ha raggiunto il 60% rispetto alla situazione precedente al 2018, con conseguenze devastanti per l’ambiente, le comunità e l’economia locale.

Dall’altro lato, il progetto “Oltre Vaia” si è concentrato sul ripristino della biodiversità e sulla creazione di un ecosistema forestale più resiliente. Attraverso il reimpianto di diverse specie autoctone, tra cui abeti, larici, sorbi e betulle, l’obiettivo è stato quello di rendere il bosco più robusto e adatto a resistere agli eventi estremi.

L’area del Monte Mosciagh è diventata un laboratorio all’aperto, dove sia studenti che ricercatori di Scienze Forestali possono studiare gli effetti delle strategie di ripristino adottate. Questo approccio innovativo ha incluso il raggruppamento di alberi in “cluster”, imitando i modelli naturali di crescita forestale.

La gestione responsabile dei boschi di Asiago è una tradizione secolare, e la certificazione FSC ha contribuito a garantire standard ambientali, sociali ed economici elevati nella gestione delle risorse boschive. Questo impegno nel preservare il patrimonio boschivo ha permesso di affrontare le sfide poste da Vaia e dal bostrico.

La certificazione FSC e l’approccio responsabile alla gestione delle risorse naturali sono parte di un impegno più ampio per tutelare l’ambiente e assicurare un futuro sostenibile per il territorio e le generazioni future.

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Il Forest Stewardship Council® (FSC®)

Il Forest Stewardship Council (FSC) è un’organizzazione non governativa e no-profit che promuove la gestione responsabile di foreste e piantagioni. Include tra i suoi 1.200 soci internazionali gruppi ambientalisti e sociali, comunità indigene, proprietari forestali, industrie che lavorano e commercializzano prodotti forestali, gruppi della grande distribuzione organizzata, ricercatori e tecnici.

Il marchio FSC identifica i prodotti contenenti legno proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile, secondo rigorosi criteri ambientali, sociali ed economici: la foresta di origine viene infatti controllata e valutata in maniera indipendente in conformità a questi criteri, stabiliti ed approvati dal Forest Stewardship Council International tramite la partecipazione e il consenso di tutte le parti interessate.

FSC Italia nasce nel 2001 come associazione no-profit, in armonia con gli obiettivi di FSC International. Il marchio ha assunto un ruolo di primo piano nel mercato dei prodotti forestali quali legno, carta e prodotti non legnosi (come ad esempio il sughero), collocando il nostro Paese al secondo posto nella classifica internazionale e al primo in quello europeo per quel che riguarda le certificazioni di filiere (Catena di Custodia).