Variati, Vicenza si è fatta bella?

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Uno slogan deve funzionare, almeno per coloro che lo pensano, lo diffondono. Infatti l’amministrazione Variati da circa 10 anni crede intensamente di aver fatta bella la città di Vicenza, ne è convinta, tanto che vorrebbe proseguire in eterno la conduzione del bene civile del capoluogo berico. Le stesse primarie del maggior partito dell’amministrazione cui appartiene in modo un po’ strano anche il sindaco Achille Variati, ha con chiarezza decretato la non-continuità. Certo è che non si può con certezza affermare che il candidato del Partito Democratico non abbia una qualche continuità con la gestione Variati.

Ne sarà banco di prova il vincolo, stabilito dal Vicesindaco, di predisporre altre due mostre, di cui una già in cantiere e che saranno gestite da chi?

Un segno di discontinuità sarebbe un referente diverso da chi ha proposto le mostre stesse. Riuscirà, in caso di vittoria, Otello Dalla Rosa con il vicesindaco designato? Una nota al riguardo, però: mai vendere la pelle dell’orso prima di averlo catturato…

Ritornando alla tanto decantata bellezza di cui la città si sarebbe dovuta rivestire, questo non sembra proprio reale e perfino il giornale locale ha iniziato, come pure il telegiornale cittadino, a lamentare quanto non compiuto, quanto non sistemato, quanto non ben predisposto ecc. da parte dell’amministrazione uscente che sembra correre ai ripari, magari parlando, in un apposito convegno ,di sistemare la Biblioteca Bertoliana dopo dieci anni in cui nulla, nonostante i manager nominati, si è fatto. E per fortuna che ci sono addetti di valore!

Vicenza si è fatta bella? No, semplicemente no!
Quanto di normalissima amministrazione è stato fatto, spesso non è stato ben curato, vedasi la rotatoria in tangenziale, vedasi l’incuria e i lavori mai terminati, come da foto.
Per questo è necessario un cambiamento.

Non con manovre di vertice, ma partendo da chi la città la conosce veramente e per essa si è impegnato e non è in alcun modo coinvolto con l’amministrazione Variati a cui piacciono le opere incompiute.

Che non sono alla pari con Palazzo Porto – Breganze o con l’Incompiuta più famosa, quella di Schubert.

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Italo Francesco Baldo
Italo Francesco Baldo nato a Rovereto, residente a Vicenza è stato ordinario di Storia e Filosofia nel Liceo Classico "A.Pigafetta" di Vicenza.Si è laureato con una tesi su Kant all’Università di Padova, ha collaborato con l'Istituto di Storia della Filosofia dell’Università di Padova, interessandosi all’umanesimo, alla filosofia kantiana, alla storiografia filosofica del Settecento e alla letteratura vicentina in particolare Giacomo Zanella e Antonio Fogazzaro Nel 1981 i suoi lavoro sono stati oggetto " di particolare menzione" nel Concorso al Premio del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali per il 1981 cfr. Rendiconto delle Adunanze solenni Accademia dei Lincei vol. VIII, fasc.5. ha collaborato con Il Giornale di Vicenza, L’Arena, Il Tempo, La Domenica di Vicenza e Vicenzapiù Tra le diverse pubblicazioni ricordiamo La manualistica dopo Brucker, in Il secondo illuminismo e l'età kantiana, vol. III, Tomo II della Storia delle storie generali della filosofia, Antenore, Padova 1988, pp. 625-670. I. KANT, Primi principi metafisici della scienza della natura, Piovan Ed., Abano T. (Pd) 1989. Modelli di ragionamento, Roma, Aracne Erasmo Da Rotterdam, Pace e guerra, Salerno Editrice, Roma 2004 Lettere di un’amicizia, Vicenza, Editrice Veneta, 2011 "Dal fragor del Chiampo al cheto Astichello", Editrice Veneta, 2017 Introduzione a A. Fogazzaro, Saggio di protesta del veneto contro la pace di Villafranca, Vicenza, Editrice Veneta, 2011. Niccolò Cusano, De Pulchritudine, Vicenza, Editrice Veneta 2012. Testimoniare la croce. Introduzione a S. Edith Stein, Vicenza, Il Sileno, 2013.