Pont-Saint-Martin, una piccola città dal grande coraggio – la Via Francigena destinazione Roma, la 6ª tappa dal Nord

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(foto FB: Sabina Malduca)

Alla vigilia del 78° anniversario del suo tragico bombardamento del 23 agosto 1944, ci troviamo ad attraversare la cittadina di Pont-Saint-Martin, ai confini sudorientali della Valle d’Aosta. Ci attende un delizioso paesino valdostano, che prende il suo nome dall’antico ponte dedicato proprio al Santo vescovo di Tours e che in questi giorni rende omaggio alle vittime della guerra.

La storia romana e il Pont-Saint-Martin

In questo grazioso centro del sud-est della Valle d’Aosta l’ingegno e la lungimiranza dei Romani ancora fanno mostra di sé proprio nel ponte che attraversa il torrente Lys, e che dà il nome alla cittadina. Costruito probabilmente attorno alla fine del I secolo a.C., nel corso dei due secoli successivi svolse un’importantissima funzione di raccordo lungo la via delle Gallie, che collegava l’Italia alle regioni settentrionali dell’Impero. Composto da un unico arco di 36 metri di diametro nella parte inferiore, il ponte è stato ormai da molto tempo sollevato dalla sua funzione di arteria stradale, sostituito da sistemi di viabilità più moderni. Eppure, come vedremo, Pont-Saint-Martin non è solo un’antica testimonianza della storia della città, ma un vero e proprio simbolo della comunità.

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Tratto dell’antica Via delle Gallie a Donnas (foto FB: Isaac Moreno Gallo)

Le leggende di San Martino di Tours

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Il fantoccio del diavolo, appeso al ponte e poi bruciato (foto FB: Pro-Loco di Pont Saint Martin)

Il protagonista del folklore locale è, ovviamente, Martino di Tours, il santo celebre per il suo gesto di carità: la leggenda racconta che tagliò parte del suo mantello, in una freddissima giornata di novembre, per condividerla con un povero mendicante. A lui è legata anche la leggenda della costruzione del ponte. Il santo avrebbe stipulato un patto con il diavolo: quest’ultimo avrebbe costruito il ponte in una sola notte, ricevendo però in cambio l’anima del primo essere vivente che lo avesse attraversato. A passare per primo sul ponte e a subirne la triste conseguenza fu un povero cane randagio. L’animale venne così rapito dal diavolo, che scomparve per sempre in una nuvola di fuoco dopo che San Martino ebbe piantato una croce nel punto più alto del ponte.

Le tradizioni carnevalesche valdostane, che abbiamo visto in altri comuni sotto forma di rievocazioni di avvenimenti che hanno segnato la storia delle varie località, hanno ancora un’altra interpretazione a Pont-Saint-Martin. A carnevale, dal 1910, la cittadina si anima con sfide di ogni genere tra i sette rioni della città, e con cortei storici di figuranti che interpretano personaggi come San Martino, i consoli romani e gli eserciti di Roma e dei Salassi, antichi abitanti della zona. La festa termina, da tradizione, con il fantoccio del diavolo bruciato con un rogo proprio sotto il ponte.

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Il Castello Vecchio o “Castellaccio” (foto FB: Gianpiero Gribaldo)

Viaggio nel tempo attraverso i castelli

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“‘l Castel” (foto FB: Ornella Badery)

Attorno all’abitato sorgono diversi castelli, risalenti a differenti epoche storiche. Il più antico, detto “il Castellaccio”, è ridotto a poco più che un rudere dopo l’abbandono da parte dei signori stessi. Questi ultimi si spostarono giù in paese, costruendo una casa-forte conosciuta come “‘l Castel”.

La vocazione castellana della Valle d’Aosta ha influenzato anche l’architettura recente: come il castello Gamba di Chatillon, anche il “castello” Baraing è un edificio di costruzione moderna, sorto a fine XIX secolo in stile neogotico. I proprietari, un medico del luogo e sua moglie, donarono poi l’edificio al comune, che lì ebbe sede fino al secondo dopoguerra.

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Il “castello” Baraing (foto FB: Jac Juglair)

Il bombardamento di Pont-Saint-Martin

In questi giorni la piccola comunità di Pont-Saint-Martin si appresta a celebrare, come ogni anno, l’anniversario del bombardamento del 23 agosto 1944. Sotto le bombe americane persero la vita ben 130 persone, colte di sorpresa da un raid aereo del tutto inatteso, che vengono annualmente onorate con una funzione religiosa e un concerto.

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Il centro storico di Pont-Saint-Martin dopo il bombardamento. Sulla sinistra il ponte romano. (Foto FB: Pont Saint Martin 23/08/1944)

Il centro storico ne uscì devastato, le case fumanti, le ricerche dei feriti e dei morti si protrassero per giorni. Ironia della sorte, il ponte di San Martino, uno dei veri obiettivi delle bombe, rimase in piedi. Da quel lontano giorno, pur senza mai dimenticare le sue vittime innocenti, la cittadina ha lentamente ricominciato a vivere e prosperare, oggi come allora, attorno al millenario ponticello romano.