Banksy, restaurato Il bambino migrante a Venezia. Plauso del presidente Zaia

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Il bambino migrante “Migrant Child”, murale di Banksy, artista britannico dall’identità misteriosa, è stato restaurato a Venezia. I lavori svolti grazie all’intervento di un istituto bancario sono stati presentati oggi a Roma in un incontro al Ministero della Cultura.

L’opera è stata realizzata nel Sestiere di Dorsoduro, a Campo San Pantalon di Venezia, nella notte tra l’8 e il 9 Maggio 2019, in concomitanza con l’apertura della Biennale d’arte. Raffigura un bambino naufrago che indossa un tipico giubbotto di salvataggio in mare e regge in mano una torcia di posizione che emana un segnale color fucsia.

Banksy ha rivelato al mondo di essere l’autore del “migrante” 3 settimane dopo la sua comparsa a Venezia e attraverso un video postato sui social.

In merito, il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha espresso il suo plauso: “Venezia è unica al mondo ed è un unico capolavoro pulsante – ha detto -. Non è un contenitore di testimonianze passate, ma una città che vive ed è protagonista del presente.

Per sua natura, quindi, è anche luogo privilegiato per l’arte contemporanea.  Un dettaglio che Banksy ha ben compreso riservandole uno di quelli che si ritengono i suoi due soli murales in Italia. Non posso che esprimere soddisfazione per i lavori di conservazione che assicureranno la sopravvivenza dell’opera dell’artista inglese, unendo un sentito ringraziamento al sottosegretario Sgarbi per l’interessamento e a Banca Ifis per l’intervento finanziario che renderà possibile il restauro.

È un’opera dei nostri tempi, realizzata da un autore vivente – ha aggiunto il governatore – ma è un’importante testimonianza artistica dei nostri tempi. L’idea di salvarla dal deterioramento si è innescata in un incontro a cui ero presente, trovandomi sulla stessa linea del sottosegretario Sgarbi e del primo cittadino. Ancora una volta la sinergia tra pubblico e privato ha prodotto un risultato positivo che consentirà anche nel futuro di godere di un’opera d’arte fragile e altrimenti destinata a deteriorarsi”.