BPVi, la moglie di Gianni Zonin: “la villa è mia, via i sigilli”

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Togliere i sigilli a case e terreni, ma anche ad arredi e quote societarie: è quanto hanno chiesto ieri in aula, davanti al Tribunale del riesame di Vicenza, l’avvocato della moglie di Gianni Zonin, ex presidente di Banca Popolare di Vicenza, imputato per il crac dello storico istituto di credito, e i legali dell’ex consigliere Giuseppe Zigliotto, indagato a sua volta, ma anche dei suoi familiari (estranei al procedimento penale). La decisione dei giudici si conoscerà solo nei prossimi giorni. 

Una lunga discussione, quella di ieri, che si è protratta fino al pomeriggio tra richieste di rendere nulli i sequestri conservativi concessi dal giudice Roberto Venditti a favore di azionisti e risparmiatori ammessi come parti civili, questioni sollevate sulla mancata notifica dei sequestri alle parti e su beni intestati al fondo patrimoniale (è il caso dell’immobile di Longare di Zigliotto) non pignorabili.
Solo alcuni dei motivi avanzati nella complessa argomentazione delle difese, secondo cui non c’erano i presupposti da parte delle parti civili per chiedere e ottenere i sequestri. Così come non c’è motivo che li giustifichino: quei sigilli vanno tolti. Lorena Puccetti, avvocato di Silvana Zuffellato, moglie di Zonin (che due settimane fa aveva rinunciato al Riesame su beni mobiliari sotto sigilli) ha chiesto la revoca parziale di sequestri su beni mobiliari, in particolare arredo da giardino, che si trovano in una porzione della villa di Montebello.

di Benedetta Centin dal Corriere del Veneto