“Caso” Crisanti, +Europa Veneto: “Zaia doge antidemocratico che punisce chi dice la verità”

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“Alla fine è arrivata la resa dei conti : Zaia non perdona. Dopo essersi servito della professionalità del Prof. Crisanti per esibire un modello di sanità veneta di cui attribuirsi il merito politico, dopo aver tollerato con fastidio il rigore scientifico del Professore padovano quando non gli consentiva di fare della lotta al Covid un suo spettacolo personale, dopo aver cercato ancora di arruolarlo tra i suoi esperti nel momento in cui tutta Italia ne riconosceva i meriti, ora Zaia ha deciso che si può permettere di punire Crisanti come un pericoloso eretico”. Lo affermano in una nota Giorgio Pasetto, Coordinatore +Europa Verona, Candidato capolista +Veneto in Europa, Anna Lisa Nalin, Portavoce +Europa Veneto e Corrado Cortese, Portavoce +Europa Veneto.

“Non c’è differenza tra Zaia e Salvini: anche Zaia applica il metodo di Salvini dell’epurazione dei personaggi a lui non graditi, con la tattica del camaleonte politico con le sue contraddizioni – proseguono i candidati di +Europa Veneto -. La cosa incredibile è che per farlo Zaia sottrae all’uomo di scienza che ha salvato vite, gli strumenti per poter continuare ad operare: per togliergli prestigio cerca di impedirgli di continuare a lavorare per la salute dei veneti.
Spostare l’istituto di microbiologia da Padova a Treviso è un gesto punitivo degno del più bieco regime totalitario. Chi non si allinea con il doge divenuto antidemocratico, viene punito e gettato nell’ombra, facendo sempre più assomigliare il Veneto alla “Corea del Nord-Est” (come già stigmatizzato dalla stampa italiana). Purtroppo per Zaia nella politica ci sono ancora voci libere come la nostra: se il Veneto è uscito bene dall’emergenza Covid è per merito di chi, come il Professor Crisanti, si vota alla ricerca scientifica e non alla fedeltà ad un Presidente di Regione che ha perso il senso della misura”.

 

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