Caso Samantha D’Incà, associazione Luca Coscioni Vicenza e Padova: “far conoscere di più la legge 219 sul Fine Vita”

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Samantha D'Incà
Samantha D'Incà

Caro direttore,

Vi prego di dare risalto alla vicenda di Samantha, la giovane bellunese di Feltre in stato vegetativo da mesi, costretta ad una sopravvivenza che non avrebbe mai voluto. Lo chiede la famiglia di Samantha. Il padre: “Vorrei che questo dolore non fosse invano, che questa situazione fosse conosciuta, soprattutto dai giovani”. Perché Samantha, come Eluana Englaro a suo tempo, come molti altre persone che non sono diventate note, non pensava certo di subire un incidente e poi di incorrere in complicanze gravi derivate dall’intervento chirurgico. Chi lo pensa? La famiglia non ha critiche verso le varie strutture sanitarie che si sono prese cura della loro figlia trentenne, ma è tormentata perché Samantha aveva detto in più occasioni di non voler cure e di non voler proseguire a vegetare qualora si fosse trovata in una condizione di grave sofferenza cerebrale, come attualmente sta. Ma Samantha non ha lasciato nulla di scritto, non ha redatto, in previsione, il proprio testamento biologico, ovvero le Disposizioni anticipate di trattamento secondo l’opportunità che offre la Legge. Avrebbe potuto dare il suo consenso o dissenso a rimanere idratata e nutrita, ad essere monitorata con macchine, essere sottoposta ad indagini, a trattamenti, eccetera, e le sue volontà sarebbero diventate disposizioni e applicate per Legge. Perché questo è il principio della Legge 219: non c’è nessun’altra volontà che deve essere ascoltata se non quella dell’interessato stesso. Non vale il desiderio di un genitore, la supremazia di una struttura sanitaria, l’opinione di un medico, il potere di una scienza presunta o di una religione presunta. Vale l’autodeterminazione della persona. Per questo è importante conoscere la Legge sul testamento biologico e compilare le proprie Disposizioni anticipate, ora per allora, ora che siamo sani per quando non potremo decidere e dire la nostra. Per questo sono importanti gli eventi informativi che la cellula Vicenza – Padova dell’Associazione Luca Coscioni organizza da tempo. Per arrivare a far conoscere questa possibilità, soprattutto ai giovani. Per questo sono importanti gli sportelli di assistenza alla compilazione delle Disposizioni che teniamo da anni, presso la chiesa valdese di Vicenza, in presenza a suo tempo, e ora al telefono con i nostri esperti. Per questo sollecitiamo lo sportello organizzato dall’Ulss Berica, aperto dopo un anno e mezzo dalla Legge e ora interrotto. Per questo insistiamo coi Comuni per poter organizzare insieme incontri informativi con la popolazione. Per questo è stato aperto un telefono bianco nazionale, per far luce sui propri diritti in tema di trattamenti sanitari (06 99313409). Per questo continueremo instancabili la nostra opera di sensibilizzazione nei temi del fine vita, della morte, delle scelte personali, temi che paiono scabrosi, ma che interessano prima o poi a tutti. Ancor di più oggi per l’incitamento commosso del padre di Samantha che ci prega di arrivare ai giovani, di far conoscere quanto successo all’amata figlia e provvedere al loro eventuale futuro. Spero che i media diano risalto a questa vicenda e continuino a parlarne, non tanto per i dettagli della storia in sè, ma, come espresso dalla famiglia D’Incà, per il significato e la lezione che da questa vicenda emerge. “Così la disgrazia di Samantha sarà servita a qualcosa”. Questo qualcosa non è poco, signor D’Incà, se lo accogliamo. Non possiamo che sentirci a voi vicini in questo tormento.

Diego Silvestri
Cellula Vicenza Padova dell’Associazione Luca Coscioni