La Ciociaria: che il nome derivi da “ciocie” è assodato, ma la questione di dove sia e cosa includa è tornata tema di dibattito

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Ciocie

Il Lazio è un insieme di territori che ruotano intorno all’area estesa della Capitale, eppure territori con la propria caratteristiche e con le proprie peculiarità. La zona a sud del Lazio è divisa tra una parte costiera e un entroterra che si estende da Roma fino ai confini con la Campania. Già storicamente tutta questa area era chiamata Ciociaria, includendo anche Roma. Toponimo che si sa, deriva da quegli antichi calzari, molto semplici ma di enorme funzionalità che erano le ciocie (la parola deriverebbe dal latino soccus attraverso il romanesco, nome di un’antica calzatura, ndr). Ma toponimo che ha qualche difficoltà ad essere localizzato esattamente.

Le ciocie indossate
Le ciocie indossate

Partiamo dunque dall’oggetto che ha dato origine al nome. Le ciocie sono calzari di cuoio, le cui suole vengono poi fissate lungo la gamba attraverso delle corregge. Vengono erroneamente considerate le calzature dei pastori più poveri. In realtà erano proprio le calzature di tutte le persone, ricchi o poveri, uomini o donne. Magari i più poveri potevano farsele durare per un maggior numero di anni rispetto ai più facoltosi, in grado di cambiarle più spesso. La loro diffusione non si limita alle zone del basso Lazio, ma include Roma e varie zone del sud (Campania, Basilicata, e alcune località della Calabria e della Sicilia). E si ritrovano addirittura in alcune zone dei Balcani.

Cartina della Ciociaria storica
Cartina della Ciociaria storica

Difficile, dunque, dire quale sia l’esatta origine delle calzature. Più facile invece individuare il momento storico in cui si è cominciato a parlare di Ciociaria come luogo fisico. Sembra che il primo studio sistematico che riporta il nome Ciociaria risalga al 1916 a cura dell’Istituto Geografico De Agostini, in cui la studiosa Adele Bianchi fa riferimento ad un’area nella valle del Sacco, insomma nei dintorni di Frosinone.

Fu poi nel tempo del Fascismo che il toponimo fu esteso fino ad includere tutto il territorio a sud di Roma, nella parte montuosa e dell’entroterra. Arrivando dunque fino alla zona di Cassino e comprendendo anche le zone dei Monti Lepini, Monti Ausoni e Monti Aurunci (area di cui ha iniziato a occuparsi ViPiu.it, ndr) Rimaneva esclusa la zona costiera.

Eppure le ciocie erano comunemente usate anche nella zona che oggi è provincia di Latina, fino al Garigliano e anche oltre. Quale era allora la discriminante che segnava i confini della Ciociaria? Nulla di certo. Semplicemente un’attribuzione del tutto arbitraria, che non ha più alcuna correlazione con l’oggetto ciocia.

Oggi la questione di dove sia la Ciociaria e cosa includa è tornata tema di dibattito. Esiste una corrente di pensiero popolare che, ad esempio, non vede il sud della provincia di Frosinone inclusa nella Ciociaria. Pensiero supportato anche da alcuni studiosi che basano l’idea sull’antico confine tra Regno delle Due Sicilie e Stato della Chiesa, dove la Ciociaria è dunque la parte nord dell’attuale provincia di Frosinone.

Tema, quindi, ancora in discussione, che probabilmente non troverà mai una soluzione. Restano però alcuni punti fermi, come le calzature usate ben oltre il confine tra i due antichi Stati. E anche nella Napoli ottocentesca si indicavano con ‘e ciuciarie tutte le prelibatezze gastronomiche che provenivano dal nord del Garigliano. O anche il dialetto, che non subisce grandi cambiamenti al di qua o al di là del confine. Infine, se proprio si vuol essere pignoli, le ciocie sono ormai scomparse, ma il nome rimane nel linguaggio popolare nelle zone interne del Cassinate, indicando tutt’altra cosa. Al lettore andare a scoprire cosa!