Circoncisione a Vicenza per un etiope tra ebrei e musulmani: lo studio del tripolino romano Ariel Arbib

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Circoncisione in Francia
Circoncisione in Francia

Lo scorso anno sono stata contattata da un etiope che mi chiedeva se conoscevo qualcuno che fosse in grado di eseguire la Berit Milah (circoncisione). Per un momento ho pensato che fosse un falashà (conosciuti anche come Beta Israel, ebrei etiopi). Mi sembrava strano, perché qualcuno mi avrebbe avvertito.

Circoncisione, Bergamo
Circoncisione, Bergamo

Gli risposi che quelli che conoscevo io erano passati a miglior vita e che poteva rivolgersi alla Comunità Ebraica di riferimento (non sapevo da dove venisse, né tantomeno chi lo avesse mandato da me). Gli avevo aperto la porta perché pensavo che fosse un inquilino del condominio, uno dei tre profughi che abitano in un appartamento del villaggio SOS (non sono etiopi, ma africani musulmani, ma dallo spioncino non vedevo bene).

Mi rispose che non era ebreo, ma musulmano e che lui da bambino era stato circonciso da un ebreo. Gli dissi che in vita mia mi ero occupata di un sacco di cose, dall’abbigliamento all’idrico, dalle pubbliche relazioni al kosher food, ma mai di circoncisione. Mi trattò a malo modo e mi rispose con la classica battuta “Se fossi stato ebreo, mi avresti aiutato”.

Mettiamo in chiaro una cosa: sono stata invitata a un sacco di cerimonie di Berit milà, perché poi si chiama anche Brit Milà o Bris, insomma “patto della circoncisione“, ma mai e poi mai in vita mia ho avuto il coraggio di guardare. Ho sempre chiuso gli occhi per non vedere (anche se magari ero lontanissima) e mi sono sempre tappata le orecchie per non sentire il pianto (breve, dico la verità) del bambino.

Ho parlato di questo episodio con un mio amico di vecchia data, Ariel Arbib, equilibratamente religioso, tripolino romano, soprattutto riguardo a quella strana e buffa visita, della quale nessuno sembra sapere nulla…

Ariel Arbib, l'autore di uno studio storico sulla circoncisione
Ariel Arbib, l’autore di uno studio storico sulla circoncisione

Insomma questo arriva a casa mia, suona il campanello e mi chiede se trovo qualcuno che fa la circoncisione, probabilmente per dei bambini. Si arrabbia perché non me ne voglio occupare, è una grande responsabilità, alla quale io non sono in grado di dar seguito e da questo episodio, Ariel, che non è un Rabbino, nemmeno un Mohel (circoncisore) ma un imprenditore nel settore della moda, prende lo spunto per decidere di dedicarsi allo studio della Berit Milà.

Dopo il caso di Monterotondo, ecco si risiamo in Emilia Romagna.

Leggiamo, allora, su laltravicenza.it lo studio di Ariel Arbib

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Nata a Vicenza il 25 gennaio 1954, studentessa mediocre, le bastava un sette meno, anche meno in matematica, ragazza intelligente, ma poca voglia di studiare, dicevano i suoi professori. Smentisce categoricamente , studiava quello che voleva lei. Formazione turistica, poi una abilitazione all’esercizio della professione di hostess di nave, rimasta quasi inutilizzata, un primo imbarco tranquillo sulla Lauro, un secondo sulla Chandris Cruiser e il mal di mare. Agli stipendi alti ha sempre preferito l’autonomia, ha lavorato in aziende di abbigliamento, oreficeria, complemento d’arredo, editoria e pubbliche relazioni, ha girato il mondo. A trent’anni aveva già ricostruito la storia degli ebrei internati a Vicenza, ma dopo qualche articolo, decise di non pubblicare più. Non sempre molto amata, fa quello che vuole, molto diretta al punto di apparire antipatica. Dove c’è bisogno, dà una mano e raramente si tira indietro. E’ generosa, ma molto poco incline al perdono. Preferisce la regia alla partecipazione pubblica. Frequenta ambienti ebraici, dai riformisti agli ortodossi, dai conservative ai Lubavitch, riesce nonostante il suo carattere a mantenere rapporti equilibrati con tutti o quasi. Sembra impossibile, ma si adegua allo stile di vita altrui, in casa loro, ovviamente.