Contagi Covid in scuole venete, Zottis Camani e Bigon (PD) denunciano mancato tracciamento a settembre

168
Arredi scuole (foto di archivio)
Arredi scuole (foto di archivio)

“Il tracciamento nelle scuole doveva essere potenziato a partire da settembre. Perché non è stato fatto? Siamo di fronte a un caos che poteva essere evitato, visto che dipende esclusivamente dalla carenza di personale”. A rilanciare le preoccupazioni per l’aumento dei casi di Covid nelle scuole del Veneto e l’eventualità di ricorrere, come già avvenuto in passato e sta avvenendo anche ora in alcuni casi, nuovamente alla DAD, didattica a distanza, sono le consigliere regionali del Partito Democratico, Francesca Zottis e la vicepresidente Anna Maria Bigon, rappresentanti dem in commissione Sanità, con la vice capogruppo Vanessa Camani, commentando l’aumento esponenziale dei casi avvenuti nelle ultime settimane.

“Dopo quasi due anni di pandemia, dovremmo aver capito che è una misura fondamentale per tenere sotto controllo i contagi. Gli addetti del Sisp stanno facendo il possibile, ma ammettono che sono in forte difficoltà a eseguire i tamponi per mancanza di operatori e il resto viene di conseguenza, con quarantene forzate e didattica a distanza. Di questo passo – sottolineano le consigliere – rischiamo di trovarci nella situazione dello scorso inverno. La Regione ha pensato, seppur in ritardo, a un piano di potenziamento? È inaccettabile che ancora oggi non si facciano test a sufficienza, con tutto ciò che ne consegue”.

“La Dad doveva essere l’ultima spiaggia: la campagna vaccinale aperta ai più giovani e l’obbligo per il personale scolastico vanno proprio in questa direzione, ma il tracciamento resta imprescindibile, ed è inaccettabile che non ci sia un tracciamento veloce costringendo il ricorso a test molecolari con tempistiche più lunghe. In entrambi i casi, comunque, occorre assumere personale”, concludono Zottis, Bigon e Camani.