Coronavirus, Chiesa e “fase 2”: cresime, prime confessioni e prime comunioni rinviate. Dubbi su messe e campi estivi

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La Diocesi di Vicenza ha diffuso le prime indicazioni per la “fase 2” delle misure di contenimento da Coronavirus in Italia e nel Veneto. Dopo il 4 maggio infatti si proverà, con tutte le precauzioni del caso, a ripartire, ma rimangono ovviamente molti dubbi, concreti, su quello che si può o non può fare dopo quella data: lavoro, ristornati, bar, parrucchieri, messe, matrimoni, funerali, cresime, sì o no?

Con una lettera del Vicario generale rivolta ai parroci e pubblicata sul sito diocesano, anche la Diocesi di Vicenza inizia a pensare alla cosiddetta “fase 2” per una graduale ripresa della vita delle Comunità cristiane dopo il blocco totale che ha caratterizzato gli ultimi due mesi.

In attesa delle Indicazioni del Governo alla Conferenza Episcopale Italiana (attese a giorni, soprattutto per una possibile ripresa delle celebrazioni delle Sante Messe) ecco alcune prime indicazioni liturgiche e pastorali per questo tempo pasquale in genere caratterizzato dalla
celebrazione comunitaria dei sacramenti e dalla programmazione delle attività estive (grest e campi scuola).

Cresime, prime confessioni e prime comunioni sono rimandate al nuovo Anno pastorale (quindi da settembre in poi, sperando che le condizioni lo permettano).

Restano possibili i matrimoni, anche se è necessario attendere le Indicazioni del Governo per capire quale presenza di fedeli sarà possibile dopo il 4 maggio alle celebrazioni (attualmente è prevista solo quella degli sposi e dei testimoni). Per venire incontro ai nubendi che sono stati costretti a rimandare la data del matrimonio, la Diocesi offrirà nei prossimi mesi la possibilità di sposarsi anche in giorno di domenica, sia nelle Messe di orario che in orari diversi, in deroga alle normali disposizioni diocesane.

I funerali per ora, in attesa della risposta del Governo alle richieste della CEI, restano possibili solo nella forma breve e privata da celebrarsi al cimitero.

Una grande incertezza resta sulla possibilità delle attività estive con i ragazzi e i giovani. La Segreteria della CEI, dopo un primo confronto con il Viminale e il Comitato Scientifico del Governo, ritiene che fino a luglio compreso non si possano immaginare le necessarie condizioni di sicurezza. Resterebbe dunque il mese di agosto, ma anche per programmare
tali attività sarà necessario attendere indicazioni più precise e condivise a livello nazionale.

Nella lettera del Vicario generale traspare inoltre la preoccupazione per le difficoltà economiche di molte famiglie (cui anche la Chiesa attraverso Caritas sta cercando di dare risposta), ma anche delle comunità parrocchiali (che da quasi due mesi hanno visto l’azzeramento delle loro entrate ordinarie, ma devono fare comunque fronte alle spese
di gestione degli ambienti e in molti casi a ratei bancari) delle Scuole dell’infanzia parrocchiali e delle opere missionarie cattoliche.

L’invito ai parroci è comunque a vedere in questa situazione anche un’occasione per riflettere e interrogarsi sulle modalità di vivere il ministero sacerdotale e la vita comunitaria, coltivando lo spirito di preghiera, avendo una particolare attenzione per gli anziani, i disabili, le persone senza fissa dimora e promuovendo ogni forma di carità verso chi è maggiormente in difficoltà.

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