Coronavirus, Laura Puppato: contagio cala ma c’è esposto medici SNAMI e pazienti e operatori sanitari segnalano anomalie

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Coronavirus, l'emergenza preoccupa Laura Puppato
Coronavirus, l'emergenza preoccupa Laura Puppato
Laura Puppato, ex primo cittadino di Montebelluna e parlamentare del Pd, sempre attiva sul territorio, ci scrive il 1° aprile scorso quanto riportiamo di seguito per sottoporlo all’attenzione dei nostri governanti locali e regionali e degli staff che ne attuano le direttive per contrastare l’emergenza Coronavirus.
Siamo ogni sera in fervente attesa della buona notizia, che il contagio da Covid-19 cali.
Abbiamo bisogno tutti di credere che a breve si uscirà da questo tunnel che ha limitato la nostra libertà e ci ha esposto ad un male sconosciuto, privo di anticorpi umani capaci di combatterlo e di vaccini a difesa di un’immunità di gregge.  Ma temo che l’uscita dall’emergenza risentirà di una lunga scia di rivendicazioni, critiche se non di vera propria rabbia.
Dal mio “osservatorio”, di ex sindaco e di ex parlamentare, da qualche giorno vedo un crescendo di denunce, pubbliche e private, sempre più forti ed evidenti, ad una gestione regionale dell’epidemia Coronavirus che ha avuto contraddizioni e pecche incomprensibili almeno in larga parte, ma rilevanti per gli effetti sul personale più esposto, quello socio-sanitario.
È di mercoledì 1° aprile un esposto del sindacato SNAMI che, solo in Veneto, rappresenta 600 medici di medicina generale, e la cui accusa verso la Regione Veneto è “epidemia colposa“, un reato previsto agli art. 438 e 452 del codice penale.
La natura della responsabilità sta nella possibile violazione da parte della stessa Regione del suo Piano per le epidemie approvato nel 2007, che testualmente prevede che alla Regione Veneto competono “… stima fabbisogno, approvvigionamento e distribuzione dei Dpi ovvero i dispositivi personali, cioè le “mascherine protettive omologate”.
Dal 31 gennaio data dell’avvio certificato dallo Stato dell’emergenza Coronavirus Covid-19 nazionale, i dubbi e le incertezze sull’effettiva portata del pericolo incombente non hanno portato a difendere il personale medico, e non, in prima linea, letteralmente abbandonato a se stesso e che ha pagato un prezzo altissimo in vite umane e malati al suo interno.
Ma proseguono a ritmi serrati anche le richieste di rappresentazione delle situazioni critiche sprovviste delle risposte comunque tardive, ma purtroppo ancora non pervenute.
Dalla Ulss 2 (reparto di terapia intensiva cardio-chirurgica) avvertono che non ci sono più i reagenti, di nuovo niente tamponi al personale medico, paramedico, Oss e amministrativi entrati in contatto con pazienti positivi al Coronavirus Covid-19. A questo si aggiunge una protesta ormai esplosa, sulla qualità delle mascherine pervenute.. .che qualcuno con un briciolo di triste autoironia assimila al “Panni swiffer”, quelli usati per raccogliere la polvere dai pavimenti ma che sono sicuramente inadeguate per chi ha necessità di chinarsi su anziani nelle case di riposo o in corsia negli ospedali..
Molti chiedono di capire, di sapere… ebbene forse vengono in aiuto alcuni messaggi pervenuti via Facebook (ne alleghiamo alcuni a seguire perchè siano ancora più visti ed esaminati da chi di dovere, ndr): D.B. Segnala una persona cara, a casa da un mese per malattia senza aver mai ottenuto il tampone, che deve presentarsi al lavoro lunedì prossimo. Continua a chiedere di poter fare il tampone a se e ai suoi colleghi di lavoro, ma non ha risposta alcuna.
Ancora M.T.L. chiede: ”dove sono questi tamponi? Mia sorella lavora in una casa di riposo dove ci sono stati 15 decessi… ora è a casa in quarantena con sintomi molto evidenti da contagio di Covid-19 ma non sa se lo ha contratto. È stata segnalata all’Ulss ma il tampone mai arriva. Si può sapere a chi sono stati fatti e con quale logica i 104.000 tamponi dichiarati da Zaia?”
Insomma la realtà rompe il muro dell’omertà e il freno fin qui tenuto non vi è più. La pazienza dei veneti è stata abusata.
Ecco alcune domande legittime che troppi si fanno e pubblicano sulle pagine Fb. Troppe persone a cui ci piacerebbe che qualcuno rispondesse. Perché i misteri sono tanti, troppi per chi sta in ansia e soffre senza comprendere perché non debbano corrispondere i fatti alle dichiarazioni di Zaia…
Due per tutte: ma questi 104.000 tamponi a chi e con che priorità sono stati fatti? Perché nonostante sia previsto dal Piano regionale anti-epidemie, non si è provveduto a salvaguardare le prime linee , medici, paramedici e personale socio-sanitario tutto?
Laura Puppato
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(Qui la situazione ora per ora sul Coronavirusqui tutte le nostre notizie sull’argomento, ndr)

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