Crocifisso a scuola, Aduc: “da Cassazione spiraglio per un’Italia laica sul serio”

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Una sentenza delle sezioni unite della Cassazione (n.24414), chiamata in causa da un insegnante contrario alla presenza del crocifisso nelle aule scolastiche, recita che l’aula di una classe “può accogliere la presenza del crocifisso quando la comunità scolastica interessata valuti e decida in autonomia di esporlo, eventualmente accompagnandolo con i simboli di altre confessioni presenti nella classe e in ogni caso ricercando un ragionevole accomodamento tra eventuali posizioni difformi”. “Una sentenza compromesso di fronte ad un regolamento degli anni Venti del secolo scorso e in assenza di specifica legge in materia. E non avrebbe potuto essere altrimenti visto che il nostro Paese non solo è quello del Concordato tra Stato e Chiesa cattolica, ma ha un articolo della Costituzione, il sette, che ingloba i Patti Lateranensi tra i principi base del nostro contratto costituzionale” commenta nel comunicato che pubblichiamo Vincenzo Donvito presidente dell’associazione Aduc (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr).

“Non volendo/potendo i giudici affrontare la questione in termini perentori, vietando l’ostensione del crocifisso come di qualunque altro simbolo religioso, è importante che non abbiano parlato di obbligo rimandando al mittente la denuncia. Hanno aperto una porta. Va da sé che se questa porta possa essere premessa per un laicizzazione dei nostri ordinamenti, spetta al legislatore affrontare la questione. Non tanto sul Concordato, ma su ciò che legittima quest’ultimo, l’art 7. della Costituzione”.