Dissesto idrogeologico, Codacons denuncia la Regione Veneto per concorso in disastro ambientale e omissioni di atti d’ufficio

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Alcune opere individuate in Regione come prioritarie e urgenti nell’ambito del Piano per la mitigazione del rischio idrogeologico
Alcune opere individuate in Regione come prioritarie e urgenti nell’ambito del Piano per la mitigazione del rischio idrogeologico

Mentre il Veneto fa la conta dei danni subiti a causa del maltempo che ha devastato il territorio, il Codacons – è scritto in un comunicato dell’associazione consumatori – presenta una denuncia penale alla Procura della Repubblica di Venezia contro la Regione Veneto, chiamando in causa il “Piano nazionale 2019 per la mitigazione del rischio idrogeologico”.

Il Piano in questione, noto anche come Piano ProteggItalia, è stato adottato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20 febbraio 2019, e approvato sia dal Cipe con la Delibera n. 35 del 24 luglio 2019, sia dalla Corte dei Conti lo scorso settembre – spiega il Codacons – Il provvedimento individua un elenco di progetti e interventi infrastrutturali immediatamente eseguibili in tutta Italia sul fronte della messa in sicurezza del territorio, “aventi carattere di urgenza e indifferibilità”, e per quanto riguarda il Veneto mette da subito a disposizione della Regione 29,6 milioni di euro per finanziare 34 interventi urgenti volti a contrastare frane e alluvioni.

“Vogliamo sapere se la Regione ha speso tali soldi messi a disposizione dallo Stato e come sono stati utilizzati i fondi – afferma il presidente Codacons, Carlo Rienzi – Gli stanziamenti erogati sono infatti immediatamente utilizzabili dalle amministrazioni, e dovevano essere usati proprio per mettere in sicurezza le aree a rischio ed evitare la devastazione del territorio registrata negli ultimi giorni in Italia”.

Per tale motivo il Codacons presenta oggi un esposto alla Procura della Repubblica di Venezia, chiedendo di aprire una indagine sull’amministrazione regionale per verificare l’utilizzo dei fondi messi a disposizione dal “Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico” e, in caso di mancata attuazione degli interventi programmati dal piano, procedere nei confronti dei vertici regionali per le possibili fattispecie di concorso in disastro ambientale e omissione di atti d’ufficio.

Non solo. Se la Regione non si è attivata per realizzare gli interventi individuati come urgenti nel Piano, dovrà essere negato lo “stato di emergenza” e tutti i fondi connessi, mentre i cittadini delle zone coinvolte da frane e alluvioni potranno avanzare richiesta di risarcimento contro l’amministrazione regionale.