Fondazione Roi, l’on. e avv. Zanettin: “azione di responsabilità dovuta e autonoma, offensiva la preclusione di Diamanti verso legali vicentini”

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Pierantonio Zanettin di fronte al tribunale di Vicenza
L'avv. on. Pierantonio Zanettin di fronte al tribunale di Vicenza

Finalmente si prepara all’azione di responsabilità nei confronti del consiglio presieduto da Gianni Zonin, per l’incauto acquisto di 24 milioni di euro di azioni della Banca Popolare di Vicenza e, si spera, non solo per quello o, lo vedremo, ne fa l’ennesimo annuncio dilatorio il nuovo CdA della Fondazione Roi.

Se le nostre perplessità sono raccolte nel nostro commento di ieri dal titolo “Fondazione Roi e l'(in)azione di responsabilità: il tuono divenne dantesca “trombetta” e la pioggia fu di sabbia. Arriva la GdF?” al video in cui sono puntualmente registrate, soprattutto, le parole di Paola Marini e di un (esa)agitato don Francesco Gasparini, oggi abbiamo interpellato l’on. Pierantonio Zanettin (Forza Italia), di certo vicino all’attuale maggioranza che governa Vicenza, e quindi politicamente insospettabile, ma anche uno dei pochi politici vicentini (in effetti l’unico) di rilievo extra cittadino disposto a prendere posizione sulla vicenda con l’animus del parlamentare con quattro mandati nel suo curriculum e con l’esperienza dell’avvocato arrivato ad essere componente del CSM.

Non ritiene, onorevole Zanettin, che il CdA sia stato troppo cauto prima di prendere questa decisione?
Non sono in grado di esprimere giudizi sulla eccessiva cautela del CdA. Da osservatore attento, e non distratto, delle vicende vicentine credo che il consiglio prima di procedere con l’azione legale voglia acquisire ogni necessario parere in proposito.

Anche quello della Regione?

Un parere in più non fa mai male, anche se ritengo che il CdA sia autonomo e il via libera della Regione non sia essenziale sul piano giuridico (ahi, ahi don Gasparini, ascolti l’avvocato… ma non quello del diavolo, ndr). Probabilmente l’attuale consiglio  cerca anche una copertura politica.

Cosa pensa di questa azione di responsabilità?

Da cittadino credo che questa azione sia assolutamente opportuna. La concentrazione di tutto il patrimonio liquido su un unico titolo è stata sicuramente una scelta contraria a canoni di prudenza e buona amministrazione ed ha provocato un danno gigantesco alla nostra comunità.

L’unico elemento che potrebbe escluderla potrebbe essere un parere legale, che la sconsigli, ma finora non mi pare che lo studio legale incaricato abbia messo nero su bianco un parere negativo.

Taluno sostiene che sia inutile sostenere spese legali per la causa quando i responsabili sono ormai nullatenenti e l’azione non avrebbe tangibili effetti positivi.

Personalmente non sono in grado di dire se nella fattispecie i responsabili siano davvero tutti incapienti. Sul piano morale credo che l’azione sia comunque dovuta, anche per evitare uno spiacevole sospetto di connivenza dell’attuale CdA con l’operato delle  precedenti amministrazioni.

Solo quando si avrà in mano una sentenza di condanna definitiva si potrà capire se e quanto sarà possibile recuperare in termini economici. La stampa ha peraltro parlato anche di importanti azioni revocatorie in atto nei confronti di Zonin.

Ma allora vale la pena sostenere centinaia di migliaia di euro se non di più di spese, protestano alcuni, per una causa così incerta negli esiti? 

Ma chi lo  dice che la causa costerà così tanto? Ormai le tariffe minime degli avvocati sono state abolite e la quantificazione delle spese legali puo’ essere oggetto di una negoziazione.  Oggi c’è una reale concorrenza tra  studi legali.

Lei sostiene quindi che i costi legali non sarebbero poi così ingenti?

Le aziende, nelle cause di significativo ammontare, ormai  chiedono dei preventivi a diversi studi e poi affidano la pratica a quello risultato più conveniente, nel rapporto tra qualità della prestazione e prezzo. Così i costi si abbattono e non ci sono sorprese.

E comunque  respingo l’idea che le cause non si fanno perché costano.

Cosa pensa dello studio legale Gitti di Brescia, incaricato di studiare la pratica da Ilvo Diamanti?

Non conosco questo studio, che certamente sarà di alto livello, ma forse non occorreva andare così lontano da Vicenza per trovare uno studio legale all’altezza, cui affidare la pratica. Anche nel nostro territorio ci sono studi legali di grande qualità in grado di competere con i più rinomati studi milanesi o lombardi.

Ma l’ex presidente Ilvo Diamanti giustificò la scelta di uno studio non vicentino per evitare sospetti di collusione. Cosa ne pensa di questa motivazione per giunta addotta da un vicentino che “si reputa” illustre?

Ritengo gravemente offensivo per la categoria degli avvocati pensare che tutti gli studi legali  vicentini debbano essere collusi con certe controparti.
Esistono precise regole deontologiche, che puniscono eventuali comportamenti di conflitto di interessi.
Per questo ritengo questa “giustificazione” priva di fondamento.