I Droghieri di Treviso, una sfida del gusto al Covid a base di salumi, formaggi, vini e pesce ibernato. Parola di Vincenzo e Stefania con lo zampino di Sergio

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Passeggiavamo a ora di pranzo per Vicolo Rialto a Treviso, io e l’avvocato Sergio Calvetti, a cavallo di un’intervista sulle cose “brutte” cose del dramma delle banche popolari venete e dei loro disgraziati soci azzerati, quando al civico 25 appare una vetrina invitante e “provocatoria” per quello che faceva intravedere: salumi, formaggi, vini e…

Era un tranello del furbo avvocato che, dicendomi, “andiamo a mangiare un boccone” mi aveva attirato da “I Droghieri“, un locale di Treviso aperto anche col suo supporto (fa l’avvocato ma lo attraggono l’arte e il bello dei gusti vari) a suoi amici degustatori.

Dovevo immaginarlo che, tanto per cambiare, c’era un trucco nell’eloquio finale del re delle cause collettive che, appunto, a fine intervista si toglieva… la maschera su cui si stagliava il logo de I Droghieri e si lanciava in uno spot, apparentemente innocente ma anche no.

Ecco allora che ho “registrato” senza copione questa intervista, convinto dalle buone maniere verso un co-tifoso del mio Napoli ma anche dalla bontà degli assaggi, dall’ospitalità di alcuni dei padroni di casa presenti, tra cui il Capo droghiere Vincenzo Corrado e la regina del pesce così freddo che è “ibernato”, Stefania Fiorotto, e dal desiderio di informarvi su una nuova iniziativa meritoria in sé ma anche e ancora di più perché nasce quando il Covid sembrerebbe volerci tarpare le ali verso sogni e progetti futuri.

Cosa dicono Vincenzo e Stefania?

Vedete ed ascoltate.

E, appena non vi bloccheranno DPCM e giusti comportamenti, fate un salto a Treviso in Vicolo Rialto 25.

Ne vale la pena e vi… toglie le pene.